Anfibi a rischio estinzione
Gli anfibi, per la loro peculiare capacità di condurre una vita sia nell’acqua sia fuori dall’acqua, possono rappresentare uno dei migliori indicatori della salute dell’ambiente. Un fatto assai grave è che rane e salamandre stanno scomparendo molto velocemente.
Gli studiosi di anfibi sono in allerta per la scomparsa di popolazioni in molte aree geografiche: in base ai rapporti diffusi dall’International Union for the Conservation of Nature, circa il 20-30 per cento delle specie di anfibi rischiano l’estinzione. A minacciare gli anfibi è l’inquinamento ambientale: la principale minaccia alla sopravvivenza degli anfibi sono sicuramente i cambiamenti climatici, la distruzione degli habitat e l’inquinamento idrico.
L’opera dell’uomo e gli altri effetti dovuti alla crescente urbanizzazione stanno mettendo gli anfibi alle strette tanto che la Lista Rossa delle specie minacciate dall’ambiente è in continua revisione: in Italia il Libro Rosso degli Anfibi conta 29 specie in pericolo tra anuri e caudati.
Nella nostra premessa abbiamo citato alcune cause del “degrado ambientale” che mette alle strette le popolazioni di anfibi in particolari aree geografiche: c’è da dire che i cambiamenti climatici, la deforestazione, l’eccessiva urbanizzazione e l’inquinamento idrico sono fattori che danneggiano numerose biodiversità. Così come per i rinoceronti e gli elefanti c’è il bracconaggio, per le tigri e le tartarughe il commercio illegale, anche per gli anfibi vi sono cause specifiche responsabili della distruzione degli habitat. L’inaridimento degli habitat umidi è indotto dai cambiamenti climatici ma le popolazioni di anfibi stanno scomparendo anche dove non si è verificato un degrado così palese.
A decimare le specie sono stati altri due fattori, il pH dell’ambiente acquatico e le radiazioni ultraviolette. Il pH è condizionato dall’agricoltura industriale e ancora di più dalle piogge acide. Gli anfibi sono molto sensibili ai cambiamenti di pH dell’ambiente acquatico: un pH di 5 o più basso, determinerà la loro morte.
E’ stato calcolato che nell’emisfero australe, l’ambiente acquatico è 100 volte più acido rispetto a quanto lo fosse prima della rivoluzione industriale. Anche le radiazioni ultraviolette giocano un ruolo nefasto. Purtroppo gli anfibi sono a rischio non solo nelle zone colpite dal degrado ambientale: nei tropici e nelle zone incontaminate gli anfibi non sono incolumi, qui le cause sono ancora sconosciute ed è indispensabile attivare ricerche e studi per individuare l’origine di questo dramma. Bisogna farlo non solo per la salvaguardia delle biodiversità ma soprattutto per la salute ambientale e di conseguenza, umana.
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Pubblicato da Anna De Simone il 14 Ottobre 2013