Ambrosia, pianta piccole e perenne, anzi, oltre che perenne, spesso è considerata infestate e tra le principali cause della rinite allergica. In tutto il mondo ne esistono più di trenta specie, sono dette tutte spermatofite dicotiledoni e appartengono alla famiglia delle Asteraceae.
Se non fosse per la questione dell’allergia, nessuno farebbe caso a queste piante: l’ambrosia ha una apparenza molto ordinaria ed è anche molto diffusa, la si vede e non ci si fa granché caso, è un tipo, di pianta, che passa inosservato. Anche gli animali erbivori la cercano particolarmente, in tutta risposta è una pianta che ha imparato ad adattarsi anche ai climi aridi del deserto.
La maggior parte delle specie è di origine americana e, a parte l’Ambrosia maritima, tutte le altre sono considerate esotiche naturalizzate, infestanti pronte a spadroneggiare in prati asciutti e soleggiati, lungo gli argini dei fiumi, sui margini delle strade e nei terreni abbandonati. Troviamo questa pianta, per la gioia degli allergici, sia nelle regioni temperate dell’emisfero boreale (America del Nord, ed Eurasia), sia in Sudamerica.
Il nome che porta inganna: deriva dal greco “ἀμβροσία” (= ambrosìa), il cibo che dava l’immortalità agli dei, dal greco άμβροτος (àmbrotos), che significa immortale. Si è portati a pensare che sia una pianta dalle virtù magiche, inveceè lei e solo lei che è immortale. O quasi: la si chiama così tanto è infestante e onnipresente o quasi.
Ambrosia: pianta
Tra le piante erbacee annuali estive troviamo l’ambrosia, con una struttura ricca di rami e che raggiunge altezze fino ai 2 metri. Il suo aspetto anonimo presenta un fusto scanalato, rossastro e peloso mentre le foglie, dentate, a volte ovali a volte più a forma di rombo, vanno dai 4 ai 10 cm di lunghezza, con cime verdi e pelose mentre sul lato inferiore spuntano peli bianchi.
I fiori dell’ambrosia, che non sono i fiori come li intendiamo di solito, come quelli visti con la Viola o il Fiordaliso, possono essere maschili o femminili. I primi sono verdi, piccoli, di 4-5 mm e spesso cadenti, quelli femminili sono poco appariscenti, in piccoli gruppi o singoli, ma modesti. Ancora meno esteticamente apprezzabile è il frutto dell’ambrosia: un achenio legnoso di 3-4 mm di lunghezza e 1-2 mm di larghezza, simile ad una corona.
Ambrosia: periodo di fioritura
Nell’emisfero Nord la pianta dell’ambrosia fiorisce da circa metà agosto fino all’arrivo del freddo. Si tratta di periodi indicativi, che variano molto anche su scala locale: dipende come si trova e si ambienta l’ambrosia di volta in volta. Nei primi anni 2000, ad esempio, il polline in Pianura Padana ha avuto una impennata nella sua diffusione. Sempre per la gioia degli allergici.
Il meccanismo di riproduzione dell’ambrosia prevede una impollinazione tramite insetti oppure tramite il vento, poi i semi vengono dispersi dal vento ma anche dagli animali, oltre al fatto che gli stessi semi sono un alimento importante, soprattutto in inverno, per molti uccelli.
Ma dove fiorisce l’ambrosia ? Un po’ ovunque, ma soprattutto vicino a strade, ferrovie, cave di ghiaia, cantieri, campi coltivati. Non disdegna corsi d’acqua, aree urbane e giardini privati: dove può questa pianta si impossessa del terreno, si stabilisce e prolifica. Meglio sta se trova il pieno sole e il caldo, terreni ricchi di sostanze nutritive e leggermente aciduli.
Ambrosia: allergia
Più che delle proprietà dell’ambrosia, bisogna parlare di effetti, e non positivi. Quello principale è la quantità abbondante di polline prodotto dai fiori maschili che rappresentano forti allergeni per le persone sensibili. Così, questa pianta aggrava problemi di salute come rinite, asma e irritazioni agli occhi, è considerata addirittura la causa principale della rinite allergica e uno dei più allergenici tra tutti i pollini.
In misura minore la l’ambrosia può causare anche congiuntivite e dermatiti, e sono tutti sintomi che sputano nella seconda metà del mese di agosto e restano per oltre un mese, spesso fino al freddo. In giornata il momento in cui un allergico all’ambrosia impazzisce è la sera, o il mattino presto, per placare le reazioni allergiche si usano spesso antistaminici ma ci sono anche a disposizione vaccini in grado di desensibilizzare chi è allergico.
Per andare incontro a chi soffre di queste allergie ci sono anche delle norme regionali che cercano di limitare l’impero di ambrosia su certe aree imponendo lo sfalcio periodico dei terreni infestati. C’è da dire però che la pratica dello sfalcio è considerata dagli esperti tra le tecniche meno indicate, meglio l’aratura dei terreni e l’uso di diserbanti. Recentemente, dal 2012, è stata introdotta una nuova arma anti ambrosia: il coleottero crisomelide Ophraella communa. Si tratta di un insetto antagonista in grado di attaccare la pianta prima della fioritura.
Ambrosia: allergia
Più che delle proprietà dell’ambrosia, bisogna parlare di effetti, e non positivi. Quello principale è la quantità abbondante di polline prodotto dai fiori maschili che rappresentano forti allergeni per le persone sensibili. Così, questa pianta aggrava problemi di salute come rinite, asma e irritazioni agli occhi, è considerata addirittura la causa principale della rinite allergica e uno dei più allergenici tra tutti i pollini.
In misura minore la l’ambrosia può causare anche congiuntivite e dermatiti, e sono tutti sintomi che sputano nella seconda metà del mese di agosto e restano per oltre un mese, spesso fino al freddo. In giornata il momento in cui un allergico all’ambrosia impazzisce è la sera,o il mattino presto, per placare le reazioni allergiche si usano spesso antistaminici ma ci sono anche a disposizione vaccini in grado di desensibilizzare chi è allergico.
Per andare incontro a chi soffre di queste allergie ci sono anche delle norme regionali che cercano di limitare l’impero di ambrosia su certe aree imponendo lo sfalcio periodico dei terreni infestati. C’è da dire però che la pratica dello sfalcio è considerata dagli esperti tra le tecniche meno indicate, meglio l’aratura dei terreni e l’uso di diserbanti. Recentemente, dal 2012, è stata introdotta una nuova arma anti ambrosia: il coleottero crisomelide Ophraella communa. Si tratta di un insetto antagonista in grado di attaccare la pianta prima della fioritura.
Ambrosia: proprietà
Le proprietà di questa pianta erano un tempo ritenute valide, oggi sono meno in risalto prevalendo invece i suoi effetti nocivi. In America gli indiani si spalmavano le foglie di ambrosia ridotte in poltiglia sulle punture causate dagli insetti e sempre le foglie venivano utilizzate dalla medicina popolare per la preparazione di infusi, perfetti per lavare la testa in caso di disturbi cutanei.
Non solo: la stessa formula “magica” poteva alleviare i crampi addominali, curare la stitichezza, il vomito e la febbre, alleviare i dolori mestruali. E’ usata anche nei rimedi omeopatici ma è famosa perché spesso responsabile di allergie come la febbre da fieno e gravi forme legate al suo polline.
Esiste un’immunoterapia e con il dosaggio appropriato di estratto di polline di ambrosia, si possono in teoria ridurre i sintomi della febbre da fieno e dell’asma. E’ un trattamento raccomandato per chi non può evitare l’esposizione ai pollini e che non trova il minimo sollievo con altri farmaci, antistaminici compresi. L’estratto di polline di ambrosia non ha controindicazioni particolari, ma non deve essere somministrato a donne in gravidanza o a chi non è sensibili proprio al polline di ambrosia: avrebbe un effetto nocivo.
Olio di ambrosia
Tra i prodotti a base di ambrosia troviamo l’olio essenziale di ambrosia, noto per la sua azione di antimicrobico. Questo effetto è legato alle presenza di composti antibatterici e antifungini.
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