Amanita Muscaria: caratteristiche dell’ovolo malefico

Amanita Muscaria

L’Amanita Muscaria, noto anche con gli appellativi di ovolo malefico, ovolaccio, ovolo matto, cappero allucinogeno, è un fungo  altamente tossico. Tuttavia, previa asportazione della cuticola del cappello e con la conservazione sotto sale, viene consumato in diverse regioni d’Europa. Alcune popolazioni artiche continuano inoltre a utilizzare ancora oggi l’Amanita Muscaria nei loro cerimoniali. Nei prossimi paragrafi conosceremo le sue principali caratteristiche, il suo habitat e altre curiosità che lo riguardano da vicino. Addentriamoci nel merito.



Amanita Muscaria: descrizione

L’Amanita Muscaria può essere trovato in varie dimensioni, con un cappello tra i 7 e i 25 cm di diametro. L’esemplare giovane di questa tipologia di fungo è di forma ovoidale, racchiuso in una guaina bianca che gli conferisce l’aspetto di un ovolo, a maturità convesso, poi piano.
Il colore del cappello va dal rosso intenso al rosso-arancio ed è ricoperto da escrescenze bianche che con il passare del tempo tendono a scomparire. Le lamelle risultano fitte, bianche o bianco-giallastro, staccate dal gambo. È il fungo protagonista di favole e fumetti, velenoso ma non mortale. Decisamente bello a vedersi per i suoi colori vivaci che attirano l’attenzione.

Habitat del fungo

L’Amanita Muscaria cresce bene nel sottobosco e tra le radure di latifoglie e di conifere. Risulta però più abbondante sotto alberi quali l’abete rosso e la betulla oppure sotto cespugli di cisto. Il fungo è diffuso su tutto il nostro territorio e lo si può avvistare dalla fine dell’estate fino all’intero autunno.

Caratteristiche Morfologiche dell’Amanita Muscaria

Appartiene al genere Amanita, il cui nome potrebbe derivare da Amanitai, con cui gli antichi Greci definivano generalmente i funghi, oppure dal monte Amanus che si trova in Turchia, mentre la parola Muscaria fa riferimento alle mosche poiché pare che la sua cuticola risulti essere un efficace moschicida.

Cappello

Il cappello o corpo fruttifero dell’Amanita Muscaria ha un diametro che può variare dagli 8 ai 25 centimetri. Esso risulta al tatto viscido e con un colore da rosso vermiglio, a rosso acceso.

Imenoforo

L’imenoforo dell’Amanita Muscaria è composto da lamelle libere, molto fitte, a tratti intervallate da lamellule che formano l’Imenio, dal quale nascono moltissime spore nel corso di un anno. Esse sono larghe, ventricose e, nei pressi del gambo, a forma di uncino.

Appena fuoriesce dal terreno il fungo è racchiuso in una sottile membrana/velo che lo protegge nelle prime fasi della crescita. Una volta maturo, il velo resta in parte sul cappello, formando delle tipiche verruche bianco-giallognole che si staccheranno facilmente con la prima pioggia.

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Gambo

Il gambo dell’Amanita Muscaria ha forma cilindrica-slanciata, ingrossata alla base. È di colore bianco e possiede un anello e parte residuale della volva. Inizialmente è pieno, per poi divenire cavo, cilindrico con un bulbo tondo al piede ricoperto da squame. Sui due terzi superiori sorregge un ampio anello a gonnella, striato. Ha dimensioni che vanno da 1 a 3 centimetri di diametro e un’altezza che può variare da 10 a 25 centimetri.

Anello

L’anello è collocato nella parte superiore del gambo. È di color bianco – giallo, striato, con al bordo le rimanenze del velo totale. La volva ricopre interamente il bulbo alla base. È aderente, divisa in placchette squamose, di colore bianco che si avvolgono in maniera più o meno concentrica sul gambo.

Carne

La carne del fungo risulta relativamente consistente nel cappello, fibrosa nel gambo. Il colore varia da bianco ad aranciato subito sotto la cuticola. L’odore è assente mentre il sapore è tenue e dolciastro.

Tossicità dell’Amanita Muscaria

L’Amanita Muscaria risulta essere una specie velenosa. Il fungo contiene una pericolosa tossina: la muscarina (C9H20NO2+). Dal punto di vista fisico, la muscarina è termostabile, incolore, inodore, insapore ed è solubile in acqua e alcool in qualsiasi percentuale. La sostanza è gravemente tossica, in quanto agisce sulla branca parasimpatica del sistema nervoso autonomo, dove esercita effetti simili a quelli dell’acetilcolina.

Amanita Muscaria

Il fungo contiene inoltre molecole psicoattive quali l’Acido Ibotenico, il Muscimolo e il Muscazone. Tali sostanze, possono provocare l’insorgenza di quella che viene definita sindrome panterinica con importanti effetti allucinogeni. I sintomi, in genere, comprendono fenomeni di eccitazione, sedazione, allucinazioni e movimenti spasmodici.

Raramente risulta mortale. Per esserlo è necessaria un’assunzione a dosi elevate. Le sindromi tossiche sono di breve latenza, appaiono in genere dai trenta minuti alle sei ore dall’ingestione e, di solito, si risolvono nell’arco di ventiquattro ore. Purtroppo non esiste alcun antidoto per le tossine, ma è comunque possibile trattare con successo il soggetto che ne resta intossicato.

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Curiosità sull’Amanita Muscaria

L’Amanita Muscaria è la spia della presenza di porcini nella zona in cui è possibile trovarlo. Le condizioni climatico-ambientali nelle quali si sviluppa sono infatti le medesime.

A causa dei suoi componenti psicotici, il fungo ha avuto in passato un enorme utilizzo cerimoniale e religioso. Nelle regioni della Siberia, l’Amanita Muscaria veniva consumato esclusivamente dagli sciamani per raggiungere lo stato di trance, abbinato a danze e musiche ritmiche. In Oriente, l’Amanita veniva assunto anche dalla gente comune per scopi ricreativi bevendo di solito l’urina espulsa da uno sciamano sotto l’effetto del fungo. L’espulsione di urina contribuiva e contribuisce a eliminare buona parte dei composti tossici non metabolizzati e a mitigare gli effetti collaterali, come la forte sudorazione e le convulsioni.

Reperti archeologici di antiche culture sono, oggi, una valida testimonianza del suo uso sciamanico, terapeutico e religioso.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 18 Settembre 2021