L’amanita falloide è un grande fungo noto in tutto il mondo per essere di gran lunga il fungo più velenoso del mondo, responsabile di oltre il 90% delle morti per avvelenamento da funghi in Europa. L’amanita phalloides è una specie abbastanza comune in buona parte del vecchio Continente, rendendo pertanto utile prendere la migliore confidenza con questo fungo.
Dove si trova l’amanita falloide
L’amanita falloide si trova in buona parte d’Europa, come la Gran Bretagna e l’Irlanda, e può essere facilmente trovato anche in altri Paesi dell’Europa continentale, dove si verifica più comunemente a basse altitudini.
Non solo: l’amanita phalloides si trova anche nell’Africa settentrionale e in molte parti dell’Asia, anche se spesso confuso con altre specie simili. Negli Stati Uniti l’amanita phalloides è una specie introdotta, presumibilmente dall’Europa, con le importazioni di alberi. Anche altri parti del mondo, tra cui l’Australia e il Sud America, contengono l’amanita phalloides come risultato di importazioni di legname o piante.
La storia
La forma fallica di questo fungo ha dato origine al suo specifico epiteto phalloides. Il nome comune è talvolta descritto in alcuni Paesi (come gli Stati Uniti, dove questa specie è stata introdotta quasi certamente dall’Europa), come Death Cup, Death Cap o Deathcap.
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La tossicità
In questo fungo diverse tossine sono state abbondantemente isolate, ma l’ingrediente principale che danneggia il fegato e i reni è la a-amanitina. La sua potenza non si riduce con il congelamento o la cottura dei funghi prima di mangiarli, rendendolo pertanto un fungo velenoso che non può essere “depotenziato” in alcun modo.
Le amatossine di questo fungo causano inizialmente disturbi gastrointestinali con sintomi come diarrea, nausea e dolori allo stomaco, che si verificano entro 5 – 12 ore dall’assunzione del prodotto. Apparentemente, poi, i sistemi svaniscono per diverse ore o addirittura un giorno o due, inducendo la vittima a pensare che si stia riprendendo. Tuttavia, quando a tempo debito i sintomi ritornano, lo fanno in maniera molto più grave: i danni ai reni e al fegato a quel punto potrebbero già essere irreversibili.
Senza alcun trattamento, il coma e l’eventuale morte sono quasi inevitabili. Spesso, le persone ricoverate tardivamente in un episodio di avvelenamento da amotossina possono essere salvate solo con un importante intervento chirurgico e un trapianto di fegato, e anche allora il recupero è un processo precario, doloroso e prolungato.
Come evitare il rischio di avvelenamento
Chiunque raccolga funghi da cucinare e mangiare deve essere in grado di identificare correttamente e in modo univoco questo fungo velenoso, e distinguere tra un giovane Deathcap e un fungo Agaricus commestibile come l’Agaricus sylvicola, che si trova nello stesso habitat della amanita phalloides, o l’Agaricus campestris, che si trova spesso in campi delimitati da alberi decidui ai quali può essere associato amanita phalloides. Purtroppo, questo fungo può anche essere scambiato per funghi come il Lycoperdon perlatum o Lycoperdon pyriforme.
Come se non bastasse, sebbene i vecchi esemplari dell’amanita abbiano un odore sgradevole, quelli giovani sono praticamente inodori. È stato anche riferito (ma ovviamente non sperimentarlo!) che hanno un sapore abbastanza piacevole, aumentando così il rischio che vengano inclusi in un pasto.
Conclusioni
Insomma, a margine di questo nostro approfondimento, un consiglio base che dovresti essere in grado di metabolizzare se vuoi coltivare l’hobby di raccogliere funghi commestibili, ancora prima di conoscere le caratteristiche chiave di identificazione dei migliori funghi commestibili del mondo, è quello di prendersi la briga di imparare a identificare, senza ombra di dubbio, i due funghi più mortali della terra: Amanita visrosa e i suoi stretti alleati, e Amanita phalloides.
Sul web puoi fortunatamente approfondire la conoscenza di questo fungo con tantissime pubblicazioni. Scoprirai in questo modo, peraltro, che l’amanita phalloides era già conosciuto dagli antichi Greci e Romani come un veleno mortale, e che è stato per secoli l’arma preferita per gli omicidi attraverso il veleno, e che purtroppo ancora oggi è causa di molte morti tragiche e dolorose.
I colori del fungo variano a seconda della località e anche da campione a campione, ma la forma più comune di questo fungo ha un cappello giallo-verde pallido o verde oliva. C’è, tuttavia, una forma completamente bianca di amanita phalloides, la cui assunzione ha purtroppo le stesse conseguenze disastrose degli altri esemplari più colorati.