Alveolite dentale: cos’è e come si può trattare
L’alveolite dentale è un processo infiammatorio che colpisce l’osso alveolare, ovvero quella parte dell’osso della mascella che sostiene attivamente il dente. L’osso alveolare circonda inoltre la radice degli elementi del dente per mezzo del legamento parodontale.
Dunque, l’alveolite è tipicamente che una complicanza che può verificarsi a causa di un’estrazione dentale. Si tratta di un evento relativamente raro, che normalmente (in un terzo dei casi) si verifica durante l’estrazione dei molari. Questa infiammazione può essere accompagnata da gonfiore, sanguinamento e dolore.
Alveolite dentale post-estrazione
L’alveolite che si verifica dopo l’estrazione di un dente è definita post-estrazione. Ma per quale motivo può crearsi questa complicazione?
È abbastanza semplice: quando si estrae un dente, la cavità vuota che lascia viene riempita da un coagulo di sangue. Quest’ultimo ha diverse funzioni: arrestare l’inevitabile emorragia, proteggere i tessuti lasciati esposti all’aggressione dei batteri e preparare naturalmente le fondamenta del “tessuto cicatriziale”, da cui prenderà forma il nuovo osso.
L’alveolite post-estrattiva si verifica tuttavia quando questo coagulo non si forma o viene distrutto: in questi casi, l’osso rimane esposto e la guarigione viene ritardata. Il paziente sente un dolore intenso nelle aree interessate e in quelle adiacenti.
I sintomi dell’alveolite dentale
Di fatti, il sintomo principale di questa problematica è proprio il dolore acuto a seguito dell’intervento, che, al contrario delle condizioni normali, non diminuisce progressivamente ogni giorno che passa. Al contrario, l’area interessata è di nuovo intensamente dolorante dopo il quarto o quinto giorno dall’estrazione del dente, con il dolore che è fondamentalmente localizzato nel punto interessato dall’intervento ortodontico e nell’area circostante, come la regione auricolare nel caso dei molari inferiori. Tale dolore può essere persistente per alcuni giorni o addirittura settimane: nei casi più gravi, l’alveolite post-estrattiva provoca un forte disagio psicofisico nel paziente, che fatica a dormire e a svolgere le normali attività quotidiane come mangiare o parlare.
Altri sintomi che devono essere tenuti in considerazione sono la linfoadenopatia (o il gonfiore dei linfonodi, in questo caso nel collo), la tumefazione facciale, l’ipersensibilizzazione cutanea (eccessiva sensibilità tattile, termica e dolorosa della pelle) e l’alitosi.
Il dentista può diagnosticare l’alveolite post-estrattiva sia attraverso la palpazione che la vista diretta della bocca del paziente. Generalmente, per semplice contatto con l’area interessata, il paziente prova un dolore intenso. Allo stesso tempo, le mucose e le gengive che circondano l’alveolo interessato mostrano segni di rossore.
Sotto visione diretta, l’alveolo “colpito” sembra essere circondato da una gomma relativamente arrossata edematosa (o gonfio), anch’essa liscia e lucida. In alcuni casi, può esserci una secrezione di pus e la cavità alveolare può essere piena di una sostanza maleodorante biancastra o grigiastra.
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Come si tratta l’alveolite dentale
Nonostante la particolare dolorosità, sia l’alveolite post-estrattiva, sia l’alveolite post-estrattiva, possono essere trattate abbastanza facilmente direttamente dal dentista.
In primo luogo, il trattamento sarà finalizzato ad eliminare il paziente da tutto il dolore e, quindi, incoraggiare e consentire il ritorno alle normali attività quotidiane, contribuendo al benessere psicofisico complessivo dell’individuo, che influenza la guarigione.
L’alveolite può anche guarire da sola, ma il suo decorso naturale sarà doloroso e la semplice assunzione di antidolorifici e farmaci antinfiammatori allevierà solo temporaneamente i sintomi.
Per questa condizione, invece, l’ortodontista interverrà direttamente nella bocca del paziente attraverso un accurato curettage e un’accurata pulizia dell’alveolo interessato. Se necessario, il paziente sarà sottoposto ad anestesia locale. Il dentista applicherà quindi un farmaco antidolorifico e analgesico direttamente a livello alveolare. Il paziente noterà quasi immediatamente un miglioramento dovuto all’improvvisa remissione del dolore.
La terapia dell’alveolite comprende poi la rimozione di eventuali depositi che si sono accumulati all’interno della cavità e il risciacquo quotidiano dell’alveolo interessato con clorexidina, rifamicina o soluzione salina. E’ naturalmente fondamentale prevenire l’insorgenza dell’alveolite trattando immediatamente l’alveolo post-estrattivo. Tale procedura di disinfezione deve avvenire contemporaneamente all’estrazione dell’elemento dentale, meglio se supportata dall’utilizzo di un laser ad alta frequenza.
Per poterne sapere di più, vi consigliamo di contattare il tuo dentista di riferimento, in maniera tale da poter comprendere quali sono le caratteristiche di questa condizione e come poterla fronteggiare nel migliore e più efficace dei modi. In caso di dolori o fastidi persistenti dopo un’operazione di estrazione, suggeriamo evidentemente di parlarne in maniera tempestiva con lo specialista, al fine di intervenire in caso di complicazioni.
Pubblicato da Anna De Simone il 3 Novembre 2019