In inverno viene caldo solo a parlarne, della lana di Alpaca ma stavolta vogliamo conoscere l’animale da cui si ricava, un animale che viene allevato anche in Italia e che ha diverse caratteristiche in comune con il lama ma che si sa far distinguere.
Alpaca: origini
Questo animale arriva a noi dal Sud America, in particolare dalle zone andine del Perù e della Bolivia, appartiene alla famiglia dei Camelidi proprio come il Lama, il Guanaco e la Vigogna, tutti provenienti da aree simili. L’alpaca è un ruminante e basta guardarlo per poco per comprenderlo. Ha una struttura corporea che sembra studiata per affrontare salite e cammini rocciosi, infatti sotto agli zoccoli ha dei cuscinetti morbidi perfetti per stare in equilibrio sui terreni pietrosi.
Ha un carattere molto tranquillo, si dimostra docile e affettuoso, non molto espansivo ma se non ha paura, è curioso. Da millenni viene allevato nei suoi paesi d’origine, hanno iniziato a farlo gli Inca essendosi accorti del loro pelo, molto utile per le basse temperature essendo forte, caldo e resistente. Con l’arrivo dei conquistadores spagnoli attorno al 1500 viene quasi estinto ma nella metà dell’800 torna ad essere diffuso, grazie soprattutto al valore della sua lana, sempre più apprezzata tanto che è arrivata anche in Europa e con essa anche gli animali stessi, oggi allegati in Svizzera, Inghilterra e Germania, oltre che in Italia.
Alpaca: caratteristiche
L’aspetto è molto simpatico, si vede che sono cugini dei cammelli anche se chiaramente non sono identici e sono attrezzati per il clima in cui si trovano a vivere. Possono essere scambiati per lama, guanachi e vigogne ma sono più piccoli di lama e guanachi e più grande di vigogne. Ci sono due diversi tipi di alpaca che più avanti andremo a conoscere più intimamente, per ora diciamo solo che c’è l’alpaca suri, molto raro e da cui è possibile ricavare una fibra lunga, fine e dreadlock-tipo, e poi c’è l’alpaca huacaya, il più comune ed economico, con una fibra spessa e densa, molto simile ad un orsacchiotto peloso.
La durata media di 15 – 25 anni la media, può pesare dalle 100 alle 175 libbre e misurare 80-90 cm al garrese. Rispetto al lama è circa un terzo, a livello di dimensioni. Il mantello, la parte del corpo su cui cade l’attenzione di tutti, può essere di otto colori:naturale di base bianco, fulvo chiaro naturale, fulvo naturale, naturale grigio chiaro, grigio naturale, naturale rosa grigio, naturale testa di moro e nero.
Alpaca: cuccioli
I cuccioli dell’alpaca vengono alla luce dopo una lunghissima gestazione che dura quasi un anno, ovvero 335 giorni. La femmina può rimanere incinta senza attendere un ciclo e i suoi piccoli nascono con un peso di circa 15 – 17 chili.
Alpaca: allevamenti in Italia
In Italia esistono diversi allevamenti anche se non abbiamo un clima simile a quello in cui questi animali sono abituati a vivere. Ce n’è uno in Trentino Alto Adige, ad esempio, denominato “de Oro”, che è il più antico e ampio di tutta Italia e tiene oltre 200 animali di varie caratteristiche genetiche. È un vero patrimonio di biodiversità. Ospita 43 stalloni e 91 giumente che provengono da diversi ceppi e che danno alla luce ogni anno circa 55 puledri.
Alpaca: prezzo
Il prezzo della lana varia intorno ai 100 euro al chilo a secondo delle oscillazioni del mercato e della qualità finale della lana che in generale è molto richiesta e apprezzata in qualsiasi parte del mondo sia necessario proteggersi dalle basse temperature. Ne esistono varie sfumature (22 colori naturali) ed è sempre richiesta anche perché il ritmo di produzione non è altissimo.
La tosatura può avvenire una volta l’anno, ogni anno gli esemplari femmine producono tre chili di lana, mentre l’esemplare maschio circa quattro chili e mezzo. Preziosi sono gli esemplari più giovani perché la lana dei cuccioli è ancora più ricercata per via delle sfumature e della sua luminosità. Si chiama cria, non contiene lanolina, non infeltrisce e non dà allergie, è molto simile ad un cashmere di fascia alta.
Per allevare un alpaca ci vuole un certo budget che tiene conto anche del variare delle stagioni. In inverno sarà necessario incrementare la dieta con razioni di fieno, ma in estate, avendo l’erba dei pascoli serve altro e si risparmia mentre alle femmine sotto allattamento e gravide viene somministrata una dieta più ricca. A livello di strutture non hanno bisogno di recinzioni particolari, basta una normale rete da pecore, hanno anche una salute di ferro per cui non necessitano di cure specifiche se non le vaccinazioni e i controlli di routine.
Alpaca: perché sputa
Quella dello sputo, legata ai lama soprattutto, non è una leggenda metropolitana ma una mezza verità. Infatti anche l’alpaca occasionalmente ma solamente verso un altro suo simile, non verso l’uomo o altri animali. E’ un gesto che serve per decidere la dominanza, per rifiutare il maschio o per difendersi. Fa schifo, vero, ma ad ogni modo anche se capita di riceverlo non è pericoloso in quanto è solamente erba ruminata.
In generale questo animale non è affatto aggressivo e se ha paura scappa. Nel gregge possono esserci dei contrasti ogni tanto per sistemare le gerarchie ma non capita che si ribellino all’essere umano nei confronti del quale sono abbastanza remissivi. Hanno denti taglienti ma li usano solo per erba e fieno, gli zoccoli hanno anche dei cuscinetti per cui non feriscono come quelli dell’asino.
Lana di Alpaca
Per ottenere la lana di migliore qualità è necessario attingere al dorso dell’animale, anche per la pecora vale lo stesso criterio. La più pregiata in assoluto è però quella dei cuccioli, detta Cria, unica nel suo genere sia per le sfumature che riesce ad assumere ma anche per la consistenza e la brillantezza che rendono i capi di questa lana davvero eccezionali. La lana ricavata dalle femmine e dai giovani alpaca è più fine di quella dei maschi adulti. Sul mercato è piuttosto raro trovare la lana di alpaca pura, molto più spesso viene mescolata con altre fibre sia sintetiche che naturali.
I mix naturali sono con Extrafine Merino, Seta, Cotone mentre quelli sintetici con Viscosa, Polyamide, Acrylic, Polyester. Lo si fa sia per questioni di prezzo ma non solo: quando si usa solo la lana di alpaca i tessuti tendono ad aprirsi. Come abbiamo già anticipato è sorprendente la varietà di tinte che possiamo ottenere da questi animali, addirittura 22 splendidi colori naturali, dal bianco al crema, dal beige all’ebano, da tonalità di grigio al bianco e al nero. La lana più ricercata è quella bianca che ci da la possibilità di realizzare dei capi di colore omogeno
Differenza tra Alpaca e Lama
È giunto il momento di capire meglio in che cosa sono simili e in che cosa sono diversi questi due animali sud americani entrambi appartenenti alla famiglia dei Camelidi.
Li possiamo facilmente scambiare perché vivono nello stesso habitat e sono parenti degli stessi animali selvatici quali vigogne e guanachi. La loro dieta e a base di erba, sono erbivori e vanno al pascolo per alimentarsi se vivono allo stato brado, altrimenti ci pensano gli allevatori a nutrirli ma sempre di erba e fieno.
Come facciamo distinguerli? Hanno prima di tutto delle dimensioni molto diverse e se li vediamo l’uno affianco all’altro, non possiamo non farci caso. I lama sono visibilmente più alti degli alpaca, possono arrivare a 120 centimetri al garrese, mentre i secondi raggiungono a malapena a 90. Di conseguenza hanno pesi molto differenti, i primi sono attorno ai 100 Kg, i secondi ai 60 Kg e non superano mai un uomo in altezza. Il muso è diverso, anche, nelle sue linee più morbide nei nostri amici alpaca rispetto al lama che ha delle orecchie appuntite e una forma generale più aguzza. Anche la lana che i due ci forniscono non è affatto scambiabile, quella dell’alpaca è molto più pregiata, morbida e leggera mentre il lama produce una lana più spugnosa e difficile da lavorare perché più ruvida.
Anche il carattere di questi due animali risulta differente se li si conosce un po’. Entrambi sono socievoli con l’uomo e affatto aggressivi e pericolosi ma i lama sono più estroversi e cocciuti, non sempre obbediscono e reagiscono sputando o scalciando. Gli alpaca sono molto più timidi e remissivi, tendono a fuggire dinanzi agli estranei e sono più docili anche se possono sputare se qualcosa o qualcuno li fa davvero arrabbiare.
Alpaca Huacaya e Alpaca suri
Finalmente conosciamo meglio le due varietà di alpaca che abbiamo già incontrato fuggevolmente. Il suri (pronunciato “sir ‘ee”) ha una fibra speciale che cresce parallelamente al corpo e pende in lunghe ciocche separate. Ha una lucentezza straordinaria, molto apprezzata sul mercato, e una estrema morbidezza. Questa varietà è molto resistente anche ai climi caldi, è molto intelligente e forte ma è raro incontrarne perché gli esemplari sono pochissimi. In Nord America sono circa il dieci per cento di tutti gli alpaca nordamericani e la sua quota è in continuo calo in calo in Sud America.
L’alpaca huacaya è invece molto comune e ci regala una fibra densa e lanosa. E’ un animale robusto e sano, quando non viene tosato per molto, finisce per assomigliare ad un orsacchiotto.