Allergeni alimentari, alimenti da vietare o da temere? No, ma da conoscere per non farsi ingannare e per non provare dei malesseri evitabili. E’ altrettanto importante informarsi anche su come gli allergeni alimentari debbano essere riportati nelle etichette, ci sono obblighi e modalità che ci aiutano a mangiare in modo sano evitando di ingerire cibi che per un motivo o per l’altro, possono farci stare male.
Allergeni alimentari: cosa sono
Secondo la definizione che si sente in giro e secondo le parole dei legislatori, con queste parole si indicano sia gli alimenti sia dei loro componenti, capaci di scatenare reazioni immuno-mediate. Se vogliamo invece definirli con un linguaggio più tecnico e preciso, gli allergeni sono proteine o peptidi responsabili della allergenicità degli alimenti o ingredienti allergenici. Andando a conoscere qualche esempio sarà più facile comprendere la loro natura e gli effetti che procurano sul nostro corpo.
Allergeni alimentari: elenco
E’ lunga la lista ma ciò non ci deve spaventare perché non sono cibi vietati a tutti. Esistono degli alimenti o dei singoli ingredienti tra quelli allergenici che sono più a rischio, che possono più probabilmente dare reazioni immuno-mediate, anche gravi. Andiamo per categorie: Uova, Latte, Arachidi, Soia, Grano, Pesci, Crostacei e Frutta con il guscio
Allergeni alimentari: etichettatura
Quando si parla di allergeni alimentari, il pensiero è “come facciamo a sapere dove sono e se ci sono, nei cibi che acquistiamo?”. E’ necessario leggere e saper leggere le etichette, fortunatamente normate. Esistono infatti dei precisi obblighi che riguardano l’etichettatura di alimenti o ingredienti potenzialmente allergenici.
Si potrebbe dire che ne esistono anche troppi, restrizioni che hanno valore a volte solo nazionale, altre sovranazionali, tanto che si rischiano sovrapposizioni soprattutto in un mercato senza barriere come quello attuale.
Gli alimenti preconfezionati possono avere degli ingredienti che rischiano di provocare reazioni avverse, soprattutto immunologiche, e per questo è stato stilato il Codex Alimentarius. Questo documento specifica in modo ufficiale quali alimenti o ingredienti causano ipersensibilità e per questo devono sempre essere dichiarati. Nelle etichette, ovviamente.
Sta poi a noi leggerle con attenzione. Si resta un po’ perplessi e timorosi, però, all’idea che di paese in paese gli obblighi possono cambiare: l‘obbligo di comunicare il rischio della presenza dei principali allergeni alimentari c’è ovunque ma non è omogeneo nelle modalità.
Allergeni alimentari: normativa
Per i Paesi che fanno parte dell’Unione europea vale, per tutti gli alimenti preconfezionati, ciò che è scritto nel regolamento UE N. 1169/2011. Ci sono quindi delle sostanze o dei prodotti che, provocando allergie o intolleranze, devono comparire sempre in etichetta.
Tra questi troviamo molti cereali contenenti glutine, crostacei e prodotti a base di crostacei, uova e prodotti a base di uova, pesce e prodotti a base di pesce, con qualche eccezione, arachidi e prodotti a base di arachidi. Anche la soia e i prodotti a base di soia devono essere dichiarati e ciò vale anche per latte, prodotti a base di latte o lattosio, frutta a guscio, sedano, senape, semi di sesamo, solfiti in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o 10 mg/l espressi come SO2.
I lupini e i molluschi sono degli allergeni alimentari da scrivere in etichetta e nell’Unione Europea esiste l’obbligo di comunicare la presenza di allergeni anche per gli alimenti non preconfezionati e anche se allergeni o allergenizzanti non sono immediatamente individuabili. Questi doveri di etichetta sono il motivo di scritte che possono sembrare a prima vista superflue ma che invece ci salvano la vita e la salute. Quelle che suonano come “può contenere”, “può contenere tracce di”, “prodotto in stabilimenti in cui viene utilizzato”, “prodotto in filiere alimentari non separate, in cui viene processato anche”.
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