Alchechengi: pianta e sue proprietà
Alchechengi, detto anche Physalis alkekengi, dai suoi fan più tecnici, è noto per il suo frutto, ricco di vitamina C e toccasana per fegato, stomaco e vie urinarie. Una parte della sua fama è anche legata all’aspetto tutto particolare, che ha fatto sì che gli appioppassero il soprannome di “lanterna cinese”. Non è recente, è un nomignolo antico, infatti lo stesso nome Alchechengi è proprio una latinizzazione dell’arabo al-kakang. letteralmente “lanterna cinese”. Tutto torna, ora possiamo passare alle sue caratteristiche.
Alchechengi: la pianta
L’alchechengi è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanaceae, coltivabile anche nelle stagioni rigide essendo abbastanza resistente anche al freddo. Senza esagerare! Spesso è meglio tenerla in vaso, per non rischiare che cada vittima di gelate. E’ una pianta bella e utile, bella per le sue lanternone colorate, utile e anche buona per i suoi frutti.
In Italia si può facilmente reperire questa pianta, in quasi tutte le regioni, ma le sue origini sono da ricercare a Est, in una vasta e piuttosto vagamente indicata area che spazia dal Caucaso al Giappone. Oltre alle sue bacche, che poi descriverò a fondo, questa pianta ha delle belle foglie che ricordano molto come consistenza la carta velina. Sembrano delle installazioni artistiche, o quei fiori confezionati in carta per ricorrenze speciali. I frutti dell‘Alchechengi sono occasioni speciali, infatti.
Alchechengi: il frutto
Sono bacche molto simili a piccoli pomodori dorati lievemente untuosi, i frutti dell’Alchechengi e vanno cercati mentre fanno capolino in eleganti calici floreali. Sono considerati ufficialmente un alimento ricco di vitamine e di principi attivi, il più noto pregio è il contenuto di vitamina C, a utilizzarlo per primo, in tempi molto antichi, sono stati gli orientali ma oggi le sue proprietà sono note a tutti, in tutto il mondo.
Il sapore del frutto dell’Alchechengi si può definire leggermente agrumato, non è affatto male e non assomiglia per nulla al pomodoro: tra i due c’è solo una analogia morfologica. Il momento della raccolta è il mese di agosto, perché siano ben maturi, poi si consiglia di farli essiccare in forno a temperatura moderata e conservarli in recipienti chiusi e bui. Il resto della pianta non è commestibile, anzi, vorrei precisare che le foglie sono oltretutto tossiche. Circondano questi piccoli pomodori in un estetico calice ma sono ricche di solanina ed è assolutamente consigliato non ingerirle.
Alchechengi: proprietà
L’Alchechengi è considerato un ottimo alleato di fegato, intentino, stomaco, vie urinarie e reni. E’ un buon amico anche del sistema immunitario, lo rinforza, e lo si consiglia quando si vuol incentivare l’attività diuretica. Consumato molto spesso polverizzato, top trend nella medicina Unani, questo frutto è una delle fonti di vitamina C più efficaci: contiene circa il doppio di quella che possiamo assumere mangiando un intero limone. Ma non è solo vitamine, l’Alchechengi ha è anche ricco di molte altre sostanze antimicrobiche, antibatteriche e antinfiammatorie, tra cui la physalina e l’etilcaffeato.
Non è da trascurare anche il contenuto di tannini e mucillagini, il responsabile sia del suo non sempre gradito aspetto untuoso, sia delle più apprezzate proprietà astringenti. Il colore dorato, invece, non è legato ai tannini bensì, come immaginabile, dai carotenoidi che sono presenti in grandi quantità. Ci sono poi vari acidi, oltre a quello citrico, che rendono l’Alchechengi un ottimo rimedio per prevenire la formazione di calcoli renali e per dissolvere quelli già esistenti.
Preso atto, e preso nota, che le foglie sono tossiche, teniamo conto che ci sono controindicazioni anche sul frutto di questa pianta. Nulla di grave ma come tutte le altre Solanacee, l’Alchechengi contiene molti alcaloidi che potrebbero essere all’origine di reazioni allergiche in soggetti ipersensibili. Quanto a interazioni con altri farmaci, il frutto non da particolari problemi, ci sono alcuni studi che ipotizzano problemi con quelli diuretici, è quindi consigliato un consulto medico prima di farne uso. Ad ogni modo, meglio che le quantità consumate siano sempre ragionevoli.
Alchechengi: coltivazione
Esteticamente simili ai pomodori, i frutti dell’Alchechengi esigono anche un tipo di coltivazione che non differisce molto da quella del noto ortaggio rosseggiante. Nulla di ché, quindi, possiamo rasserenarci e farci un pensierino. Intendo sul coltivare una “lanterna cinese” tutta per noi.
Piuttosto adattabile, come pianta, l’Alchechengi cresce sia al sole sia all’ombra, non reclama un particolare tipo di terreno ma, potendo scegliere, preferisce quello calcareo e ben permeabile all’acqua. Ci premierà con una abbondante produzione di frutti, ma a patto che non lo costringiamo a sopportare ristagni idrici che possono far marcire le radici.
Sopporta il freddo ma non le gelate complete, per non rischiare quindi di uccidere il nostro Alchechengi è meglio proteggerlo molto bene in inverno, ad esempio con una pacciamatura di foglie o letame maturo. Nelle altre stagioni, invece, e in estate soprattutto, questa pianta necessita di irrigazioni abbastanza frequenti, almeno due volte a settimana, senza scordare anche la concimazione, molto importante.
Alchechengi in vaso
Per coltivare l’Alchechengi in vaso c’è bisogno di fare più attenzione. Ad esempio va tenuto d’occhio molto bene il terriccio, per evitare che si asciughi troppo. Le innaffiature devono essere frequenti, quindi, ma senza esagerare perché il pericolo ristagni è in agguato. Sì, perché in vaso è ancora più facile che si creino accumuli che vanno a far marcire il rizoma della pianta.
Per evitare che accada, o far sì che sia poco probabile, si consiglia di preparare il contenitore della nostra pianta predisponendo sul fondo un buon strato di argilla espansa o di ghiaia. E’ il trucco per favorire il deflusso dell’acqua in eccesso. E salvare il nostro Alchechengi.
Alchechengi: semi
In vaso, con un po’ di attenzione, in giardino, più spensierati, ma proviamo a coltivare qualche lanterna cinese nel nostro italianissimo giardino. O balcone che sia. Una bustina di semi da 18 grammi, 3,50 euro, e siamo pronti per l’avventura, possiamo affiancarlo ai pomodori e vedere se si confondono o diventano amici.
Alchechengi al cioccolato
Raccolto in estate, il frutto dell’Alchechengi può essere consumato sia fresco, proprio come un qualsiasi altro frutto, sia nella sua forma essiccata una volta conservato come si deve. Ci sono salse e marmellate a base di questo frutto, ma il modo più gustoso per mangiarlo è ricoprirlo di cioccolato. Senza cioccolato, 100 g di Alchechengi contengono 66,25 kcal: possiamo ricoprirlo e goderci la leccornia pensando che è oltretutto ricca di vitamina C.
Anche l’uso decorativo di questa pianta, chiamata infatti lanterna cinese, non è da trascurare: prendendo e rivoltando la bacca arancione e mantenendo la sottile buccia simile a carta di riso si ottiene una forma molto suggestiva. Cosa farsene? Sempre in cucina, la si usa per decorare e impreziosire i nostri piatti, è perfetta per macedonie, dessert e dolci.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Pinterest e… altrove dovete scovarmi voi!
Vi potrebbero interessare anche i seguenti articoli:
- Vitamina B: carenza e benefici
- Gombo: benefici e proprietà
- Piante medicinali: tutte le schede
- Olivello spinoso
Pubblicato da Marta Abbà il 10 Maggio 2016