Albero della morte, tutte le info
Albero della morte: tutto ciò che devi sapere sul taxus baccata. Dalle cure da dedicare alla pianta (o alla siepe) al suo veleno. Dalla coltivazione alle caratteristiche botaniche.
Il tasso comune, anche noto come albero della morte, è una pianta dell’ordine delle conifere, molto usata per la coltivazione della siepe. E’ a causa della tossicità delle sue parti vegetali che il tasso comune è stato ribattezzato albero della morte. Il suo nome botanico è taxus baccata.
Taxus baccata o albero della morte
Il tasso comune è annoverato tra le piante velenose più coltivate a scopo ornamentale. In Italia, è maggiormente diffuso nel centro e nel Settentrione. Si può coltivare con portamento arbustivo, quindi a siepe, oppure ad alberello: alcune varietà raggiungono un fusto dalle importanti dimensioni.
Il tasso comune è un albero sempreverde che può raggiungere tra i 10 e 20 metri di altezza. Presenta una crescita molto lenta e per questo è adatto all’allestimento di siepi a bassa manutenzione.
Il tasso è velenoso?
Sì. Il tasso è una pianta tossica. In particolare, sono semi, foglie e rami a contenere il “veleno“, un principio attivo di natura vegetale che può causare arresto cardiaco.
La pianta non produce frutti ma arilli, cioè escrescenze carnose di colore rosso che ricoprono il seme.
Il principio attivo velenoso è un alcaloide presente in rami, germogli, foglie e nei semi. In alcune parti della pianta la tossina può raggiungere e superare una concentrazione del 2% della composizione totale. Questa sostanza tossica è nota, per le sue origini, come taxina.
Ha un effetto narcotico e paralizzante per l’uomo e per gli animali domestici, fino a poter causare arresto cardiaco.
Le foglie più vecchie della pianta presentano le più elevate concentrazioni di tale veleno, soprattutto se essiccate. Un avvelenamento fatale negli esseri umani sembra essere molto raro.
Non solo, dai fiori viene rilasciato una sorta di polline altamente allergizzante. Il polline, citotossico, può causare mal di testa, stanchezza, letargia, dolori articolari, rush cutanei e innescare asma. I granelli citotossici rilasciati dai fiori sono solo di 15 micron, quindi si diffondono facilmente nell’aria.
I frutti del tasso sono commestibili?
Se privati dei semi, la parte esterna dell’arillo (cioè quella rossa e carnosa) è commestibile e ricca di zuccheri.
In caso di ingestione dei semi rivolgersi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso e allertare un centro anti-veleno.
Attenzione a non ingerire accidentalmente i semi e a non confondere le foglie del tasso con foglie commestibili! Un decotto, soprattutto se preparato con foglie essiccate, può essere fatale. I soggetti più a rischio sono anziani e bambini. I sintomi più leggeri dell’avvelenamento da tasso sono: vomito, anusea, diarrea, dolori addominali, alterazioni visive, disturbi circolatori, eccitazioni… Quelli più gravi, come riportato, sono paralisi e arresto cardiaco (morte).
Anche se in passato l’albero della morte veniva usato per la preparazione di svariati rimedi naturali, considerata l’alta tossicità, sconsigliamo l’impiego della pianta per sfruttarne le presunte proprietà.
Siepe di tasso, coltivazione
Il tasso è una pianta da siepe molto apprezzata. Presenta crescita lenta, resistenza alle potature, resistenza al freddo, buona tolleranza alle malattie… insomma, trascurando il dettaglio che si tratta dell’albero della morte, cioè di una pianta potenzialmente fatale, si tratta di una buona scelta.
Da evitare, indubbiamente, in caso di bambini piccoli e animali domestici che hanno il vizio di consumare qualsiasi cosa.
La potatura del tasso
L’albero della morte è molto tollerante alle potature a patto, però, di essere tagliato spesso. In realtà, nessuna conifera sopporta potature drastiche, il tasso è indubbiamente più tollerante ma meglio preferire diversi interventi di potatura da distribuire lungo tutto l’anno. Quando potare la siepe di tasso?
A marzo.
Solo in questo periodo sono ammessi interventi di potatura drastica. Con la potatura drastica, i rami laterali possono essere tagliati anche fino ad arrivare al fusto principale.
A giugno e poi a settembre.
Con una potatura estiva e una altra con l’avvicinarsi dell’autunno, sarà possibile garantire al tasso la giusta forma, senza la necessità di eseguire altre potature estremamente drastiche. Si interviene per evitare che per il resto dell’inverno, il tasso abbia degli antiestetici rami troppo lunghi.
Pubblicato da Anna De Simone il 13 Novembre 2017