Alberi giapponesi: le caratteristiche di uno straordinario patrimonio forestale
In tema di alberi, non tutti sanno che la diversità che gli alberi giapponesi possono garantire agli appassionati è veramente impressionante, soprattutto nelle parti meridionali del Paese.
Il motivo è abbastanza semplice: in tutto il Giappone, ma principalmente al sud, le precipitazioni sono piuttosto abbondanti e i terreni sono molto ricchi di elementi nutrienti, tanto che storicamente la maggior parte delle aree naturali qui sono piuttosto boscose.
Naturalmente, anche le diverse altitudini contribuiscono alla diversità degli alberi giapponesi: le tipologie di foreste variano da un approccio quasi subtropicale a uno fresco e temperato, dando luogo a tantissimi microclimi che non possono – evidentemente – che riflettersi positivamente sulle diverse caratteristiche ambientali.
A quanto sopra si aggiunga che il Giappone ha una forma particolarmente estesa, da nord a sud. Dunque, le specie che si trovano nel Paese spaziano da quelle boreali a quelle tropicali… oltre a tutto ciò che si trova nel mezzo!
Alberi giapponesi, un patrimonio incredibile!
Approfondendo quanto sopra abbiamo avuto modo di anticipare, possiamo per esempio notare come in Giappone la “foresta in pianura” sia quasi scomparsa. Dunque, quasi tutta l’area boschiva del Paese si trova in montagna e… c’è ben poco di cui stupirsi: il 73% della nazione asiatica è montuosa e circa il 67% è boscosa. La vicinanza proporzionale dei due dati non sembra essere una coincidenza, perché in generale, le zone montane non sono edificate (tendono ad essere più instabili) e quindi le montagne manifestano un maggiore tasso di boscosità.
Una statistica, dunque, impressionante: quando parliamo del Giappone parliamo infatti di un Paese che è per quasi 2/3 della sua estensione boscoso e, nonostante tutto, ospita 130 milioni di residenti permanenti.
La verità è che gran parte di queste foreste non sono naturali, ma sono invece organizzate con specifici alberi da legname. Nel sud sugi (Cryptomeria japonica) e hinoki (Chamaecyaris obtusa) sono le principali specie utilizzate a questo scopo, con le loro piantagioni che spesso costituiscono la maggior parte della foresta su una data montagna. Queste piantagioni sono composte da alberi della stessa età che di solito non hanno bisogno di crescere molto prima di essere tagliate.
Inoltre, tali foreste mancano di diversità biologica, essendo inadatte per la maggior parte delle specie vegetali e quindi non essendo un buon habitat neanche per molti animali.
Di qui, un dato che può esser letto in misura molto diversa: la verità è infatti che solo l’1% delle foreste giapponesi può essere considerato di origine antica e primordiale. È il caso delle foreste di Kyushu, di Shikoku e di quelle di Honshu, che ospitano l’estensione più settentrionale delle foreste sempreverdi a foglia larga del sud-est asiatico.
Qui le foreste sono dominate da specie della famiglia dei faggi (Fagaceae), degli allori (Lauraceae) e degli asteridi (Theaceae). Numerosi altri alberi sono altresì presenti, come le conifere e una vasta gamma di alberi decidui, pur in minoranza.
L’impressione di queste foreste è quasi subtropicale, ma all’estremo nord queste foreste si trovano in climi temperati e caldi. Generi tipici che si trovano qui includono le Quercus (sottogenere Cyclobalanopsis), Lithocarpus, Castanopsis, Cinnamomum, Machilus e Camellia.
Dagli alberi giapponesi ai Bonsai
Gli alberi giapponesi hanno evidentemente rappresentato una grande fonte di ispirazione per la realizzazione di vere e proprie opere d’arte, i Bonsai.
Insomma, quando ci si trova davanti ai Bonsai da interno e ai Bonsai da esterno i lo stupore è generalmente tanto. Se infatti ci si sorprende quando ci troviamo di fronte a un grande albero che ha, magari, centinaia di anni alle spalle, lo stesso può ben dirsi quando invece ci troviamo davanti ad accurate versioni in miniatura degli stessi alberi giganti. Appunto, i Bonsai.
Diffusi anche in Italia – ma, spesso, solo lontanamente paragonabili alle opere d’arte naturale giapponesi – si può rimanere esterrefatti dall’ammirare le forme e i dettagli di piccoli pini o aceri, del tutto identici a quelli secolari, con la sola differenza delle relative proporzioni. Tanto che, se i Bonsai sono posizionati avendo una montagna o un bel cielo come sfondo, le piccole piante sembreranno ergersi e trasformarsi in alberi giganti.
È proprio per questo motivo che riteniamo che i Bonsai siano una vera e propria forma d’arte, in cui la “tela” è l’albero. Hanno inoltre un estetismo simile ad altre arti tradizionali come il giardinaggio giapponese e l’ikebana (la composizione floreale), e anche per questo c’è un crescente numero di persone provenienti da tutto il mondo che si dichiarano interessate al Bonsai, soprattutto in Europa.
Pubblicato da Anna De Simone il 12 Settembre 2019