Agronomia per conservare il futuro
Agronomia, per prendersi cura di noi stessi passando per l’ambiente che ci ospita, i prodotti che ci nutrono, l’aria che riempie i nostri polmoni. Anche questa è una via per assicurarci un futuro, migliore, o per garantirne uno diverso a chi verrà. Non è una disciplina naif, anzi, è molto concreta, basta guardarne l’etimologia e le origini. Ha origini antiche, in civiltà pragmatiche ed ispirate come quella romana e quella greca. Il termine Agronomia, deriva infatti dalle due parole greche αγρός e νόµος che significano campo e norma.
Agronomia: di cosa si tratta
Per definizione l’agronomia è quella scienza applicata che studia, adotta ed applica conoscenze, metodi e tecnologie per ottimizzare la resa delle colture”. Come? Lo fa agendo su “diversi fattori produttivi” ma soprattutto “utilizzando tecnologie appropriate che siano compatibili con l’ambiente, economicamente valide e che non arrechino danno alla salute dei consumatori finali”. L‘agronomia è sicuramente green, è un suo presupposto.
Si nota subito che si tratta di una scienza con un campo di azione molto ampio, è multidisciplinare e abbraccia tante discipline tra cui la biologia, la chimica, la fisica, la geologia, la pedologia, l’ecologia, l’economia, la sociologia, l’etica, l’ingegneria, la paesaggistica, la progettazione.
L’agronomia non è semplice somma di tutto ciò, ma una sintesi intelligente di tutte le nozioni che, pescate in vari campi, concorrono all’obiettivo molto terra a terra di rendere più efficienti ed efficaci i risultati delle attività che riguardano tutti i temi sopra citati. Inoltre è compreso nell‘agronomia anche lo studio delle conseguenze derivanti dall’abuso di talune tecniche colturali: un po’ di attivismo ambientalista.
Agronomia generale
L’Agronomia generale comprende una parte ambientale o territoriale e una parte aziendale. La prima studia e analizza come produzione vegetale agraria ed ambiente interagiscono e si influenzano a vicenda, poi in base a quanto osservato definisce le metodologie di analisi e di pianificazione agronomica dell’uso agricolo del territorio.
L’agronomia aziendale, invece, “entra” nelle aziende agrarie e si occupa delle scelte e degli interventi tecnici eseguiti sulle produzioni vegetali.in questo ambito, fino agli effetti che essi hanno sul pianeta e sui suoi abitanti.
C’è anche un ramo dell’agronomia detto “speciale”: è quello che si occupa della coltivazione delle singole specie agrarie e si divide in varie sotto-discipline come ad esempio le coltivazioni arboreee o quelle erbacee, l’orticoltura, la floricoltura, la viticoltura e molte altre anche meno note.
Tra le branche dell‘agronomia generale troviamo ad esempio anche quella che studia l’influenza del clima (Agrometeorologia) oppure un’altra che non alza lo sguardo da terra e studia il terreno: la Pedologia. Ci si può focalizzare anche sulla fertilizzazione, studiando agronomia, andando a modificare tutte le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche di un terreno per ottimizzare la produzione come quantità e qualità . Si può agire prevedendo sistemazioni idraulico-agrarie, irrigazioni, avvicendamenti colturali: non è solo spargere concime.
Agronomo: una professione richiesta
Da solo l’agronomo non ha poteri decisionali, da solo, ma è una professione sempre più richiesta e che fornisce informazioni e “dritte” essenziali per chi poi fa scelte operative in agricoltura e spesso tende a dar retta a ragionamenti di carattere economico, politico, sociale, ambientale o altro.
Assieme al perito agrario e all’agrotecnico, l’agronomo è una delle professioni legate all’agronomia ed è sempre più richiesta. Per esercitarla è necessario ad oggi superare un esame di Stato di abilitazione ed essere iscritti ad uno degli Ordini sul territorio.
Un agronomo si occupa di problemi dell’ambiente, ambiente inteso sia come fonte da cui l’uomo trae risorse sia come luogo da difendere da sprechi e inquinamento e, anzi, da valorizzare anche in termini paesaggistici e storico-monumentali. Ci sono diversi settori tra cui scegliere di focalizzarsi da agronomo, quello agrario, quello ambientale, quello edilizio, poi c’è l’economico oppure l’urbanistico.
Il primo, l’agrario, è legato alle imprese agrarie e zootecniche, o forestali, ai processi di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali ma anche ad attività come agriturismo e itticoltura. Il settore ambientale dell’agronomia è come intuibile, concentrato sulla difesa del paesaggio e della natura, del suolo, delle acque e dell’atmosfera. In ogni modo, sia analizzando sia pianificando e realizzando interventi sempre con il medesimo scopo green.
Nel ramo edilizio, un agronomo si occupa di costruzioni rurali, industrie agrarie e forestali ma anche ad esempio di opere idrauliche e stradali in rurale, di lavori catastali, topografici e cartografici. sia nell’ambito rurale che urbano.
Lato economico-estimativo, in agronomia si parla di estimo in generale e della commercializzazione dei prodotti agricoli, zootecnici e forestali mentre nel settore urbanistico e territoriale c’è da spaziare tra verde pubblico e privato, pianificazione territoriale, piani zonali, urbanistici e paesaggistici. Terreno difficile, quello delle opere di bonifica, di sistemazione idraulica e forestale e finalizzate alla conservazione del suolo agrario. Anche le piste da sci riguardano l’agronomo.
Storia dell’agronomia
L’ho lasciata per ultima, così chi non ama guardarsi alle spalle può salutare la pagina, anche se un po’ di rispetto al passato io lo riserverei. A civiltà che ci hanno dato tanto, agronomia compresa, come quelle di Babilonia e dell’Egitto, o dell’India e della Cina. Non parto da quel passa così lontano, però, era solo un tributo.
La svolta dell’agronomia che ci interessa arriva nell’800 quando , si lega a discipline come la chimica, la fisiologia vegetale, la biologia. In questi anni c’è una egemonia politica ed economica dell’occidente che impone il proprio modello agronomico occidentale influenzando le produzioni agricole di tutto il mondo e, mi permetto di dire, oscurando l’apporto delle altre culture. Ad esempio quelle da cui arrivano persone come Amartya Sen e Vandana Shiva.
L’agronomia dell’Occidente ha origine in Grecia e a Roma, lo vediamo anche in testi dedicati alla botanica (Storia delle piante di Teofrasto), e nel primo trattato di agronomia scritto dall’ispanico Lucio Giunio Columella, primo grande agronomo dell’Occidente. Dal ‘500 in poi, in f-rancia ma non solo, fioccano libri e studi di agronomia, anche in Italia dove nel 1700 nasce l‘Accademia dei Georgofili.
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Pubblicato da Marta Abbà il 24 Febbraio 2016