Le agroenergie nei nuovi scenari energetici

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Il settore delle agroenergie dà lavoro a circa 24 mila persone e muove un’economia di 4 miliardi di euro. Però – dicono gli esperti – c’è ancora molto da fare e solo affrontando in modo costruttivo i problemi – che ci sono – si potrebbe dare la stura a un potenziale enorme di energia pulita.

Di agroenergie, dalle prospettive agli ostacoli del settore, si occupa la mostra convegno ‘Agroenergie nei nuovi scenari energetici’ in programma il 13-14 febbraio a Tortona (in basso trovate il link per programma e iscrizioni). Nell’occasione sarà presentata l’edizione 2014 dell’Osservatorio Agroenergia, lo studio annuale di riferimento del settore curato dalla società Althesys di cui torneremo a parlare su IdeeGreen.

Qualche anticipazione. Le stime dell’economista Alessandro Marangoni della società Althesys, che ha coordinato le ricerche dell’Osservatorio 2014, indicano nel settore delle agroenergie un quinto del fatturato complessivo delle fonti energetiche rinnovabili in Italia, dove a dividersi la quota maggiore sono il solare e l’idroelettrico. Le agroenergie sono anche il settore che registra l’incremento maggiore dopo il solare, con un 4,5 per i bioliquidi.

Tra le agroenergie, gli impianti per la produzione di energia alimentati a biomasse solide e con la Tarsu, cioè la frazione secca dei rifiuti solidi urbani, valgono il 38% della potenza installata, seguiti dal biogas con il 35% (nel biogas si è registrata la crescita maggiore) e dai materiali bioliquidi. Per un totale di circa 12,5 miliardi di KW/h di produzione energetica.

Le agroenergie sono strategicamente importanti nel mix di fonti energetiche della strategia energetica nazionale perché, a differenza del solare e dell’eolico, sono fonti programmabili. Questa caratteristica rende le agroenergie adatte a svolgere quel ruolo di stabilizzatore della rete che diviene particolarmente importante in uno scenario che vede la presenza sempre più marcata delle fonti energetiche rinnovabili.