I sottoprodotti dell’agricoltura possono essere grandi risorse in campo energetico e, secondo l’Osservatorio Agroenergia, potrebbero contribuire all’aumento della produzione di energia pulita con ben 10Mtep annui. Cosa è un mega tep? Si tratta di un’unità di misura per l’energia, esattamente l’acronimo di “tonnellata equivalente di petrolio” e rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo. Pertanto, è lampante intuire come l’agroenergia potrebbe ridurre le emissioni di CO2 e contribuire con la produzione di energia pulita. 10 Mtep annui equivalgono alla metà dell’attuale produzione di energia da fonte rinnovabile e potrebbe coprire il 5% del fabbisogno energetico degli italiani.
Si è conclusa sabato 3 marzo, la Mostra Convegno Energia che ha presentato la seconda edizione dell’“Osservatorio Agroeneriga, I sottoprodotti”. Questa seconda edizione dell’Osservatorio Agroenergia ha fatto una panoramica sulle potenzialità del comparto, maggiore nelle regioni Puglia, Campania, Trentino Alto Adige e Lombardia. Purtroppo, qui, dove i sottoprodotti potrebbero essere maggiormente utilizzati, mancano infrastrutture per il trattamento degli scarti biologici.
I sottoprodotti dell’agricoltura, nascondono una vera miniera d’oro. Da un punto di vista economico, sfruttando gli scarti biologici e i sottoprodotti agricoli, si potrebbe produrre energia pulita per un valore di 15,8 miliardi di euro all’anno. La produzione di quasi 16 miliardi di agroenergia garantirebbe un risparmio di emissioni nocive pari a 5 miliardi di tonnellate all’anno.
Gli impianti agroenergetici possono essere una soluzione per il settore energetico italiano e ipotizzare delle politiche incentivanti, con contributi e finanziamenti statali, potrebbe essere l’ideale per l’Italia. Tuttavia, bisognerebbe superare anche gli ostacoli legislativi che tuttora rendono insidioso l’utilizzo dell’agroenergia.