Agroecologia urbana

Agroecologia

Agroecologia urbana, uno dei tanti termini che oggi girano nel mondo dell’agricoltura e di chi ritiene che il verde sia importante da preservare, non solo quello del proprio giardino privato. Se però non si imparano a distinguere, termini come agroecologia urbana o quanto altro rischiano di essere confusi oppure di perdere di significato pur avendone invece uno e anche molto importante. Vediamo qual è quello di agroecologia.

 

 

 

Agroecologia: definizione

L’agroecologia è l’applicazione dei principi ecologici alla produzione di alimenti, carburante, fibre e farmaci e anche alla gestione di agrosistemi. E’ quindi qualcosa di ampio e forse per questo un po’ difficile da immaginare, è un termine che vuole definire una serie di approcci e che, con il prefisso agro- , fa riferimento all’agricoltura.

Non è una specifica pratica gestionale ma una più generale “filosofia” che può tradursi nell’uso della lotta biologica al posto degli insetticidi oppure nella scelta della policoltura al posto della monocoltura. L’agroecologia è quindi una sorta di dichiarazione di intenti, quelli di voler programmare ed effettuare un intervento in chiave ecologica che riguarda l’agricoltura. Certo, fa ampio uso della tecnologia, e ne farà sempre di più, di quella amica dell’ambiente, ma non si nutre solo della modernità, va anche a ripescare la saggezza antica quando serve.

Agroecologia: definizione

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) definisce l’agroecologia come “lo studio del rapporto fra coltivazioni agricole e ambiente” ma viene alternativamente indicata anche come “lo studio delle interazioni fra piante, animali, esseri umani, ambiente naturale e sistemi agricoli”. In ogni parte del mondo questa disciplina, se così si può poi chiamare, viene in un certo senso interpretata a seconda del contesto ambientale, sociale e culturale.

Se nel Nord America e in Europa non c’è alcun riferimento, nemmeno velato, politico, e resta una disciplina scientifica, se ci spostiamo nel sud del mondo, America o Africa che sia, spesso l’agroecologia è legata a lotte politiche di giustizia sociale ed economica.

Agroecologia

Agroecologia urbana

Siamo già in viaggio, spostiamoci in una città del mondo occidentale per vedere cosa come l’agroecologia può essere calata nel contesto urbano, quello di una grande metropoli. In questo caso più che immaginare dei particolari progetti agricoli si tratta di pianificare e realizzare attività e iniziative di agricoltura urbana e di preservare il verde che, attorno alla zona abitata, è spesso minacciato dall’arrivismo dei costruttori. Anche in questo caso non c’è un solo modo di applicare l’agroecologia urbana ma di volta in volta va capito come conviene procedere.

Agroecologia urbana

Agroecologia sostenibile

La sostenibilità è certo uno dei principi chiave, uno dei quattro principi chiave, al centro delle attività degli agroecologi. Gli altri sono la produttività, la stabilità e l’equità. Tutti questi elementi sono come delle leve da manovrare in un progetto che deve riuscire a dosare i risultati in modo che siano equilibrati e non solo in sostenibilità. Ma nemmeno solo in produttività.

E’ un vero enigma, una sfida che gli agrobiologi possono vincere solo lavorando con un team multidisciplinare in grado di affrontare il problema su differenti livelli: gene-organismo-popolazione-comunità-ecosistema-paesaggio-bioma, campo-fattoria-comunità-stato-regione-paese-continente-pianeta. Un approccio interdisciplinare è quello che ci vuole, come accade sempre più spesso oggi quando si tratta di ottenere reali miglioramenti che incidano sulla vita della comunità.

Agroecologia: libro

Nel libro “Agroecologia. Una via percorribile per un pianeta in crisi” di Miguel A. Altieri, Clara I. Nicholls e Luigi Ponti, possiamo trovare approfondimenti e casi reali che possono meglio raccontare l’agroecologia di oggi e di domani.

Agroecologia libro 

Agroecologia: FAO

Lo scorso 5 aprile si è tenuto il secondo Simposio Internazionale di Agro-ecologia, presso la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ed è intervenuto il direttore generale della FAO José Graziano da Silva. Non ha balbetta: “I sistemi di produzione agroalimentare mondiali devono diventare più sani e sostenibili e l’agro-ecologia può contribuire a una tale trasformazione. L’agroecologia può offrire diversi contributi a questo processo di trasformazione dei nostri sistemi alimentari”. Meglio quindi sapere di cosa si parla quando si disquisisce di agroecologia.

Agroecologia in Belgio

Guardiamo ad un Paese non molto lontano da noi e che ha saputo cogliere subito l’opportunità dell’agroecologia per reinventarsi. Merito della sua popolazione che non si è spaventata all’idea di dover rimettere in discussione le tecniche agricole e il rapporto con la natura. Spontaneamente, e anche per via della crisi, molti hanno provato scoprendo che con le nuove tecniche i risultati erano migliori, i suoli più fertili età e i prodotti più vari e sani.

Non ci si improvvisa agricoltori, men che meno quando si deve applicare una nuova visione associata alla pratica agricola che ha anche forma di movimento sociale. Si va a rivoluzionare il sistema produttivo, non solo nei campi però, perché il cambiamento per essere vero deve toccare anche a filiera e le abitudini dei consumatori.

Per mostrare come il Belgio ci creda, ecco qualche numero: nella regione francofona della Vallonia gli allevatori biologici sono più di 700, molti riescono ad essere autonomi dal punto di vista alimentare con le loro mandrie, producendo il foraggio di cui hanno bisogno gli animali. Gli allevatori sono tornati a fare anche gli agricoltori e a mettere in pratica l’antica tecnica della rotazione dei terreni utilizzando concimi naturali prodotti dai loro animali

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