Agricoltura sociale, che cos’è, esempi italiani, finanziamenti pubblici, definizione, progetti, normative e tante altre info.
Con l’agricoltura sociale, le aziende di settore aprono le porte a soggetti svantaggiati, anziani e minori. In questi ultimi anni, in campo agricolo, stiamo assistendo a un gran numero di iniziative rivolte al sociale: non mancano orti urbani, spazi condivisi e non per ultima, l’agricoltura sociale.
Chi è a caccia di una normativa sull’agricoltura sociale, deve sapere che non ne esiste neppure una nazionale, quindi bisognerà consultare le linee guida tracciate da alcune Regioni ma procediamo per gradi, vediamo subito cos’è l’agricoltura sociale.
Agricoltura sociale, che cos’è
Invece di rifarci alla classica definizione da manuale, vi spieghiamo l’agricoltura sociale in termini pratici.
L’agricoltura sociale è quella pratica che incorpora nelle attività agricole persone svantaggiate o appartenenti a gruppi sociali particolari.
Tra i gruppi sociali a rischio segnaliamo anziani, minori svantaggiati, immigrati, portatori di handicap… In senso lato, si tende a incorporare nell’agricoltura sociale anche le fattorie didattiche, fattorie sociali e i cosiddetti “agrinidi“.
In termini più specifici, l’agricoltura sociale si riferisce a quelle iniziative rivolte a coinvolgere soggetti socialmente ai margini o escluse dal mercato del lavoro: senza tetto, portatori svantaggi individuali e altre persone che richiedono politiche attive di integrazione socio-lavorativa.
Chi può avvalersi dei principi dell’agricoltura sociale?
Non tutte le aziende agricole possono garantire l’accoglienza e il coinvolgimento attivo di persone vulnerabili o socialmente escluse. Prima di puntare ad attività tipiche dell’agricoltura sociale bisogna analizzare le reali condizioni dell’azienda agricola e delle persone che s’intende coinvolgere.
Il percorso produttivo dell’azienda gode di buona accessibilità? Le attività dell’azienda sono abbastanza diversificate? Quali sono le mansioni da rivolgere all’agricoltura sociale?
- Fattoria didattica
- Agriturismo
- Cura dell’orto didattico
- Cura dei campi
- Vendita aziendale dei prodotti
- Rapporto con il pubblico
Le aziende che possono avvalersi dei principi dell’agricoltura sociale devono avere una grande quantità di mansioni di carattere manuale, un elevato grado di sicurezza e fruibilità dei luoghi interni (capannoni, serre, laboratori interni…).
Le motivazioni che spingono un’azienda ad attuare piani agricoli sociali non devono essere esclusivamente monetarie ma volgere uno sguardo a lungo termine.
Reddito da agricoltura sociale
Trattandosi di reddito che deriva da servizi offerti a persone, i principali “fruitori” possono essere gli istituti (centri psico-sociali, centri per anziani, centri per disabili, centri di riabilitazione alle nuove dipendenze…), i Comuni, le parrocchie, gli ospedali e altre comunità con cui si dovrà stipulare una convenzione.
Per raggiungere più fruitori, l’azienda agricola che intende immettersi nel percorso dell’agricoltura sociale farà meglio a iscriversi a una rete locale (consorzio, associazione, circoli…). Le aziende agricole dovranno rivolgersi in primi all’Ufficio servizi sociali del comune di residenza (o limitrofi) e farsi conoscere dai distretti socio assistenziali della zona (potete recarvi sul sito dell’ASL del vostro territorio per conoscere quali sono). In questo modo comunicate agli interessati la possibilità di stipulare una convenzione.
Analogamente potete rivolgervi a ospedale psichiatrici, associazioni di familiari di disabili e così via.
Per ottenere un ragguardevole reddito, i servizi offerti dall’agricoltura sociale dovrebbero essere associati a servizi agrituristici come ristoro, alloggio o forme di vendita diretta di prodotti freschi o trasformati.
Agricoltura sociale, finanziamenti
Esistono finanziamenti pubblici destinati al ramo dell’agricoltura sociale? Nei vecchi Programmi di sviluppo rurale del piano europeo 2007-2013, erano previsti sostegni per attivare servizi di agricoltura sociale. Non solo i Programmi di sviluppo rurale, un buon punto di riferimento si può trovare attraverso il Fondo sociale europeo che tende una mano a chi vuole puntare all’integrazione sociale attraverso approcci agricoli innovativi.
Attualmente, chi è a caccia di finanziamenti per l’agricoltura sociale dovrà fare riferimento al Fondo Sociale europeo e soprattutto al nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che fa esplicito riferimento al tema dell’agricoltura sociale.
Un altro strumento di finanziamento molto importante per l’agricoltura sociale è il Crowdfunding. Si tratta di un percorso di raccolta fondi che sfrutta il web per sostenere progetti di forte impegno sociale.
Per avere il sostegno economico di finanziatori pubblici o privati, bisognerà presentare un’idea creativa e solidale, in grado di destare l’interesse del pubblico che dovrà conoscere, fin dall’inizio, il budget necessario per portare a termine il progetto.
La raccolta fondi dovrà rispettare la delibera 18592 della Commissione nazionale per le società e la borsa.
Agricoltura sociale, normativa e legge
Come premesso, manca una normativa nazionale ma è possibile rifarsi ai regolamenti regionali. La legge di riferimento per inquadrare l’attività di una fattoria sociale o dei servizi offerti all’agricoltura sociale è l’articolo 3 del D-Lgs 228/2001 perché ricondotta all’attività connessa a quella agricola.
Per gli esempi pratici dell’attuazione di progetti di agricoltura sociale vi rimando alla pagina: agricoltura sociale, esempi.
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