L’agricoltura cresce e crea lavoro, ora va difesa
Se nel 2013 l’agricoltura italiana attraversa una fase di crescita qual è il motivo? Beh, da una parte si potrebbe dire che nel settore la crisi era arrivata prima e quindi è normale che si cominci prima a uscirne; dall’altra è sotto gli occhi di tutti che un’intera generazione di giovani sta vivendo – forse un po’ subendo – un cambiamento culturale in cui l’agricoltura diventa un futuro tra il possibile e il necessario.
Nei numeri la crescita dell’agricoltura in realtà è modesta (+0,1% nel primo trimestre 2013) ma è accompagnata da due fenomeni che fanno ben sperare per il futuro: la creazione di nuovi posti di lavoro e l’avvicinamento di molti giovani under 35 (+ 9%). Davanti a questo trend positivo la domanda è: cosa fa l’Italia per difendere e sostenere la propria agricoltura e alleviarne i (tanti) problemi?
Secondo gli operatori del settore agricolo che si sono incontrati il 17 agosto a Lignano Pineta per l’iniziativa ‘Economia sotto l’ombrellone’, il problema principale riguarda la tutela dell’ Italian Food. La domanda di prodotti agricoli e agroalimentari italiani è in crescita all’estero, ma soffre terribilmente della concorrenza sleale di prodotti che imitano quelli nostrani.
Impressionanti i numeri presentati: a fronte di un’esportazione complessiva di prodotti agroalimentari realmente italiani che si aggira attorno ai 20 miliardi di euro all’anno, il valore dei prodotti italian sounding venduti sui mercati esteri, ma di origine non italiana, è di 60 miliardi di euro cioè il triplo.
Il danno causato dal dumping agroalimentare all’agricoltura italiana è enorme sia dal punto di vista economico sia dell’immagine perché in Italia vigono norme tra le più stringenti in materia alimentare, e il vero Italian Food garantisce una qualità sempre superiore rispetto ai prodotti di imitazione fabbricati all’estero.
Secondo i relatori di ‘Economia sotto l’ombrellone’, la difesa del prodotto agroalimentare italiano all’estero deve cominciare dalle regole sull’etichettatura di provenienza e dalle strategie di promozione dell’Italian Food che devono puntare a creare identità territoriali riconosciute nel mondo e non disperdersi in mille rivoli come avviene oggi.
Il secondo problema è il controllo della filiera dei prodotti agroalimentari, che deve andare dal campo ai banchi dei supermercati. Preoccupano molto da questo punto di vista la quasi totale mancanza di catene di distribuzione in mani italiane e le sempre più numerose acquisizioni di aziende agroalimentari italiane da parte di grandi gruppi stranieri, francesi e spagnoli in particolare. Il rischio per l’Italia è di perdere il controllo sul proprio settore alimentare e di conseguenza anche agricolo.
Al terzo incontro dell’edizione 2013 di ‘Economia sotto l’ombrellone’ il 17 agosto a Lignano Pineta sono intervenuti Claudio Bressanutti, direttore di Coldiretti Pordenone; Cristian Specogna contitolare delle tenute vitivinicole Specogna e Toblar; Marco Tam, presidente di Greenway agricola.
Pubblicato da Michele Ciceri il 19 Agosto 2013