Se pensi alla vita di campagna di una volta, starai sicuramente pensando all’agricoltura estensiva.
Nella sua accezione tradizionale, il termine agricoltura estensiva vede l’impiego limitato di macchinari e investimenti minimi per prodotti fitosanitari e macchinazioni. Questo tipo di agricoltura, predilige la manodopera umana e si pone all’antitesi dell’agricoltura intensiva.
L’agricoltura intensiva prevede l’uso di suoli estesi oppure, anche di piccoli appezzamenti di terreno che però non vengono sfruttati al massimo in quando una parte del suolo dovrà essere lasciata a risposo (maggese).
Oggi, purtroppo, non è più possibile parlare di agricoltura estensiva nella sua accezione tradizionale. Sono rimaste poche le realtà agricole che gestiscono il suolo “così come si faceva una volta”. Se escludi piccoli contadini e braccianti agricoli, attualmente sono rari gli esempi di agricoltura estensiva su vasta scala tanto che anche il significato del termine è stato “snaturato”.
Agricoltura estensiva
Quando il termine “agricoltura estensiva” fa riferimento a produzioni su vasta scala, si parla di un insieme di tecniche agronomiche che hanno l’obiettivo di produrre il massimo raccolto per unità di persone impiegate. Si parla di “profitto garantito” perché si prevede l’uso di una grande vastità di terreno.
L’agricoltura estensiva su larga scala è in uso solo nei paesi in via di sviluppo dell’aria africana, asiatica, dell’Europa dell’Est e dell’America latina. Più che una scelta, quella delle zone in via di sviluppo è un’esigenza indotta dai bassi investimenti per l’acquisto di mezzi agricoli.
Nel nostro paese, i rari esempi riguardano solo coltivazioni foraggere o di cereali che, per loro natura, non necessitano di particolari tecniche intensive.
Le piccole realtà che praticano agricoltura estensiva, in genere, possono associare all’attività agricola anche l’allevamento di bestiame.
Esempi commerciali di agricoltura estensiva arrivano da paesi come l’Australia o il Bacino di Murray-Darling: in queste zone il suolo disponibile è elevatissimo. Ettari ed ettari di terreno pianeggiante con fattorie dalle dimensioni estesissime. Qui il terreno non è particolarmente lavorato e le rese sono significative solo perché la superficie disponibile elevatissima.
Non solo coltivazione. Quando si parla di agricoltura si pensa solo ai campi ma ci sono altri aspetti legati all’agricoltura: l’allevamento di bestiame e la pastorizia.
La pastorizia nomade è una delle forme più antiche di allevamento e può essere vista come un esempio estremo di agricoltura estensiva: i pastori muovono le pecore su vaste aree, le pecore si nutrono di mangimi occasionali e l’acqua è garantita per lo più dalle precipitazioni.
Quali vantaggi?
I vantaggi ambientali sono immediati e ovvi. L’unico svantaggio è legato alla necessità di vaste aree in cui operare, mentre tra i vantaggi economici figurano:
- Completamente assenti terrazzamenti e altre lavorazioni del suolo
- Impiego di macchinari agricoli ponderato
- Maggiore efficienza del lavoro
- Benessere degli animali garantito in caso di fattoria associata all’attività agricola
- Basso fabbisogno di fertilizzanti
Manca all’appello una definizione che possa realmente soddisfare il significato di questa pratica agricola estensiva. Per chi cerca una definizione diciamo che:
“L’agricoltura estensiva è un sistema di coltivazione che prevede bassi investimenti e una scarsa manodopera in proporzione al terreno coltivato.”
Agricoltura intensiva
Se l’agricoltura intensiva punta a sfruttare al massimo ogni cm di suolo, con il modello estensivo molto è lasciato al caso. L’agricoltura intensiva vede un modello economico completamente diverso. Gli investimenti sono ingenti e sono volti a:
- Garantire la massima manodopera
- Applicare ferilizzanti e insetticidi su ampia scala
- Uso di erbcidi e fungicidi al fine di proteggere le coltivazioni
- Lavorazioni del terreno frequenti
- Raccolta e altre operazioni sono meccanizzate
Poiché l’agricoltura estensiva produce una resa inferiore per unità di terra, il suo uso commerciale richiede grandi quantità di terreni. In pratica si può puntare alle tecniche agricole estensive quando il terreno è poco fertile ma è esteso e scarseggia capitale da investire. Da un punto di vista commerciale, il modello agricolo estensivo si pratica sia nei paesi in via di sviluppo (per mancanza di investitori) sia nei paesi laddove la densità della popolazione è bassa e quindi vi è una scarsa richiesta di beni primari.
Agricoltura integrata e sostenibile
Due modelli agricoli che possono essere considerati etici sono quello dell’agricoltura integrata e dell’agricoltura sostenibile. Entrambi i modelli differiscono dalla tanto osannata e chiacchierata agricoltura biologica.
L’agricoltura biologica può essere paragonata più facilmente all’agricoltura intensiva che al modello estensivo. Analogamente all’agricoltura intensiva, nel metodo biologico si impiegano prodotti fitosanitari (anche se meno aggressivi) e concimi al fine di massimizzare la produzione a ogni costo. Per maggiori informazioni sulle tecniche agricole etiche: