Agricoltura civica, agricoltura per il futuro, un futuro che è in mano ai cittadini, alle loro buone idee che AiCARE ha deciso di premiare. Angela Galasso e Silvia Paolini, socie fondatrici dell’Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile ed Etica (AiCARE) hanno ricevuto molti esempi di buone pratiche che andranno a far parte di una Mappa dell’agricoltura civica in Italia. Da arricchire anno dopo anno, premio dopo premio.
1) Da quanto e con quale intento avete istituito questo premio?
Questa è la terza edizione, il premio è biennale e la prima edizione risale al 2008. Inizialmente veniva organizzato dal blog del www.lombricosociale.info il blog da cui nasce AiCARE. L’obiettivo del premio è quello di far emergere e far conoscere le esperienze che lavorano in agricoltura civica, etica e sociale, ma anche creare modalità di incontro, di confronto e di scambio tra queste realtà. Per favorire il crescere insieme e per aiutare quanti sono all’inizio o vogliono avviare tali attività.
2) Quali sono le novità di questa edizione?
Quest’anno la rete dei partner è molto importante. Il Premio è patrocinato dall’Inea (Istituto Nazionale di Economia Agraria), fra i sostenitori Libera, la Fondazione Campagna Amica, l’Università della Tuscia e di Pisa; la premiazione si svolgerà all’interno del Festival per sentieri e remiganti di Torino (www.persentierieremiganti.it). Tra i giurati c’è Pierre Rabhi, uno dei pionieri dell’agro-ecologia, fondatore del movimento del Colibrì, che non solo professa la necessità di cambiare modello di sviluppo, ma propone soluzioni e, soprattutto, le applica. Per la prima volta, inoltre, è stata inserita la categoria Media, per premiare chi racconta l’agricoltura civica, e abbiamo coinvolto anche “il pubblico” attraverso la votazione on line. Dopo la premiazione tutti i partecipanti saranno descritti e consultabili sul sito, in una sorta di mappa italiana dell’agricoltura civica.
3) Quanti hanno partecipato a questa edizione? Da che parti di Italia e che tipologie di persone?
Ci sono 152 partecipanti provenienti da tutta Italia, con una leggera superiorità al nord (47% nord, 31% centro e 22% sud). Sulla tipologia, direi di tutti i generi: imprese agricole, cooperative sociali, associazioni, ma anche scuole, amministrazioni pubbliche, singoli cittadini. Segno che la tematica sta crescendo e che coinvolge sempre di più le persone.
4) Che categorie ha il premio e quali sono state quelle più gettonate?
Questa edizione è più articolata delle precedenti. Il Premio si suddivide in 2 sezioni e 4 premi speciali. Le sezioni sono “Buone pratiche” (agricoltura sociale, incontro agricoltori-consumatori, oltre la didattica, orti condivisi e outsiders) e “Media” (video, foto e articoli, che raccontano l’agricoltura civica”. I premi speciali sono 4: quello per le pubbliche amministrazioni virtuose, il premio agriciviconsumer, per i singoli consumatori, il premio young innovators, per le idee dei giovani, e il premio “L’olio giusto” in collaborazione con Extrascape.org.
5) Rispetto alle scorse edizioni avete trovato delle proposte diverse? Come si sta evolvendo l’agricoltura civica in questi anni?
C’è sicuramente una crescita, sia numerica, sia di interesse, ma anche un’evoluzione.
L’agricoltura sta assumendo sempre di più un ruolo attivo nel generare percorsi sociali innovativi. Questo si percepisce nelle grande partecipazione delle persone in questo settore, nel coinvolgimento di singoli cittadini, come nell’esempio degli orti urbani, ma anche nella costruzione di relazioni dirette tra produttori e consumatori. Il consumatore diventa, insieme al produttore, responsabile di ciò che acquista. C’è certamente una condivisione sempre più ampia da parte delle persone ma anche una presa di coscienza da parte delle amministrazioni che cominciano a vedere, nelle pratiche di agricoltura civica, possibili partner per costruire soluzioni innovative ai bisogni delle comunità locali.
6) Quali altre iniziative portate avanti come AICARE?
Oltre all’attività di comunicazione e di divulgazione, è attiva nei percorsi di formazione e informazione, di assistenza tecnica e nella ricerca, specie con l’Università della Tuscia e di Pisa. Tra i progetti in corso, sicuramente la diffusione della conoscenza sull’agricoltura civica è quello che ci sta maggiormente a cuore, e che ci ha portato prima alla realizzazione de “I Buoni Frutti: viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile” – prima viaggio e poi libro – , ed ora alla realizzazione di una Mappa dell’agricoltura civica in Italia.
7) Nelle istituzioni e nei privati trovate interesse e collaborazione?
L’argomento sta crescendo e oggi sono sempre di più le istituzioni che guardano con interesse a questi temi. Alcune università, come quella di Pisa e di Viterbo, sono state e prime ad occuparsi del tema e continua ancora oggi a portare avanti questi argomenti. Ma anche istituzioni nazionali amministrazioni regionali e locali si stanno sempre di più interessando a questi temi. Una richiesta da rivolgere loro potrebbe essere quella di supportare e affiancare le realtà che praticano l’agricoltura civica e di coinvolgerle nelle fasi di decisione e di definizioni di programmi, regolamenti e leggi: non si può che partire da coloro che la stanno praticando per comprendere l’agricoltura civica.
il Premio si può seguire sul sito www.aicareaward.org