Agenda 2030 e obiettivi di sviluppo sostenibile
“Agenda 2030 e obiettivi di sviluppo sostenibile” è il nuovo articolo frutto della collaborazione tra la Sezione Valorizzazione della Ricerca e Public Engagement – Agorà Scienza – e dal Green Office UniToGO dell’Università di Torino con la IdeeGreen S.r.l. Società Benefit.
L’articolo riprende i testi della dott.ssa Nadia Tecco e della dott.ssa Micol Maggiolini pubblicati nell’opera “Lessico e Nuvole: le parole del cambiamento climatico”, la seconda edizione della guida linguistica e scientifica per orientarsi nelle più urgenti questioni relative al riscaldamento globale, curata dalla Sezione e dal Green Office.
La versione gratuita di Lessico e Nuvole, sotto forma di file in formato .pdf, è scaricabile dalla piattaforma zenodo.org.
La versione cartacea e l’eBook sono acquistabili online sulle seguenti piattaforme di distribuzione:
– Amazon
– Mondadori (anche con Carta del Docente e 18app)
– IBS
– Libreria Universitaria (anche con Carta del Docente e 18app)
Tutto il ricavato delle versioni a pagamento sarà utilizzato dall’Università di Torino per finanziare progetti di ricerca e di public engagement sui temi dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.
Agenda 2030
L’Agenda 2030 è un piano d’azione a livello globale basato su 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) e 169 sotto-obiettivi (target) da raggiungere entro il 2030.
Definita attraverso un percorso che ha visto accanto agli stati membri delle Nazioni Unite (ONU) la compartecipazione di numerosi attori della società civile internazionale, è stata sottoscritta all’unanimità dall’Assemblea generale ONU il 25 Settembre 2015. Nasce dalla volontà di fornire una risposta efficace all’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo alla luce dei risultati, in gran parte disattesi, dei precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals – MDGs) che avevano guidato tra il 2000 e il 2015 l’azione dell’ONU e di molti altri protagonisti della cooperazione internazionale allo sviluppo.
L’Agenda si rivolge a tutti gli stati, indipendentemente dal livello di sviluppo (a differenza degli MDGs, che erano destinati esclusivamente ai paesi in via di sviluppo) e propone una visione di sviluppo in cui dimensione economica, ambientale e sociale sono tra loro interconnesse e bilanciate (mentre dagli MDGs era previsto il solo pilastro sociale), in cui ciascun obiettivo va considerato nelle sue interrelazioni reciproche con gli altri SDGs (Weber, 2017).
Si va dalla “povertàzero” (SDG1) all’eliminazione della fame (SDG2), dalla garanzia della salute e del benessere (SDG3) all’accesso a una istruzione di qualità per tutti (SDG 4). Dall’uguaglianza di genere (SDG5) ad acqua pulita e igiene per tutti (SDG6), dall’energia pulita e accessibile (SDG7) a un lavoro dignitoso e una crescita economica inclusiva (SDG8), da infrastrutture resilienti (SDG9) fino alla riduzione delle disuguaglianze (SDG10). Per poi passare dall’organizzazione di comunità e cittàsostenibili (SDG11) alla realizzazione di modelli sostenibili di produzione e di consumo (SDG12), dal contrasto ai cambiamenti climatici (SDG13) alla tutela di oceani e mari (SDG14), dalla protezione dell’ecosistema (SDG15) alla promozione di società pacifiche (SDG16), fino alla realizzazione di partnership che favoriscano il raggiungimento degli obiettivi stessi (SDG17).
È importante sottolineare che gli SDGs non devono essere intesi come finalità ultima o come sintesi dell’Agenda, quanto piuttosto come degli snodi cruciali, delle leve, o ancora dei mezzi per il raggiungimento di uno sviluppo che possa essere definito sostenibile in quanto capace di integrare Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership, le 5P o aree che strutturano l’Agenda nel suo complesso (Pradhan et al., 2017).
La strategia nazionale di sviluppo sostenibile di ogni paese
Ogni paese è chiamato a definire una propria strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS), per consentire il raggiungimento degli SDGs e relativi target, coinvolgendo tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.La valutazione dei progressi e dei risultati raggiunti è assegnata all’High-level Political Forum on Sustainable Development (HLPF) a cui partecipano tutti gli stati membri delle Nazioni Unite e gli stati membri di agenzie specializzate.
Ogni paese, su base volontaria, può inoltre condurre revisioni regolari e inclusive dei progressi a livello nazionale e sub-nazionale attraverso le revisioni nazionali volontarie (VNR).
La strategia nazionale di sviluppo sostenibile dell’Italia
Nel 2017 l’Italia ha presentato la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS) quale esito del lavoro congiunto svolto dal Ministero dell’Ambiente, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero dell’Economia. La SNSvS si struttura seguendo le 5P proposte dall’Agenda e dedica una sezione specifica ai cosiddetti vettori per la sostenibilità, da considerarsi come elementi essenziali per il raggiungimento degli obiettivi strategici nazionali. Sempre nel 2017 l’Italia si è sottoposta alla sua prima VNR. Sono in fase di elaborazione le strategie regionali di sviluppo sostenibile (SRSvS) da parte di Regioni e Province Autonome che dovranno tenere conto delle specificità dei diversi ambiti territoriali ed adottare una parte consistente dei provvedimenti necessari per l’implementazione del processo (tra cui l’istituzione di un Forum regionale per lo sviluppo sostenibile) e il raggiungimento dei traguardi fissati dall’Agenda 2030.
L’obiettivo di sviluppo sostenibile 13
Come anticipato nei paragrafi precedenti all’interno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, rientra l’obiettivo di sviluppo sostenibile 13 che riveste una particolare importanza.
Il Sustainable Development Goal 13 dell’Agenda 2030 dell’ONU promuove la lotta ai cambiamenti climatici e si articola in target.
- Rafforzare in tutti i paesi la capacità di ripresa e di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali.
- Integrare le misure di cambiamento climatico nelle politiche, strategie e pianificazione nazionali.
- Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva.
- Rendere effettivo l’impegno assunto dai partiti dei paesi sviluppati verso la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, che prevede la mobilizzazione – entro il 2020 – di 100 miliardi di $ (dollari americani) all’anno, provenienti da tutti i paesi aderenti all’impegno preso, da indirizzare ai bisogni dei paesi in via di sviluppo, in un contesto di azioni di mitigazione significative e di trasparenza nell’implementazione, e al fine di rendere pienamente operativo il Fondo verde per il clima, attraverso la sua capitalizzazione.
- Promuovere meccanismi per aumentare la capacità effettiva di pianificazione e gestione di interventi inerenti ai cambiamenti climatici nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari in via di sviluppo, con particolare attenzione a donne e giovani e alle comunità locali e marginali.
Le azioni realizzate dall’Italia in relazione a ciascun target
Di seguito si sintetizzano le azioni realizzate dall’Italia in relazione a ciascun target.
Rispetto al 1° target l’Italia avvia nel 2016 l’elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) per armonizzare le iniziative locali di adattamento. Esso descrive le aree climatiche omogenee, valuta vulnerabilità e impatti, identifica azioni integrate di adattamento e individua le priorità, indica strumenti di governance multilivello, monitoraggio e valutazione.
Riguardo al 2° target il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima del 2020 stabilisce gli obiettivi nazionali al 2030 per efficienza energetica, fonti rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2, nonché i target per sicurezza energetica, mercato unico dell’energia, sviluppo e mobilità sostenibili; misure per rispettare l’Accordo di Parigi e la transizione verso un’economia a impatto climatico zero entro il 2050.
Le linee di intervento – decarbonizzazione, efficienza, sicurezza energetica, sviluppo del mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività – dovrebbero consentire di diminuire del 56% le emissioni della grande industria, del 35% di terziario e trasporti e portare al 30% la quota di energia rinnovabile.
Nel 2019 la Camera dei Deputati impegna il Governo a dichiarare l’emergenza climatica e quindi a rafforzare il Piano Energia e Clima, ridurre i sussidi dannosi per l’ambiente, attuare un piano di messa in sicurezza del territorio, mitigazione del rischio e adattamento. Sono poi previsti l’accelerazione della transizione energetica, la riduzione delle emissioni di CO2, il sostegno alla conversione ecologica e a forme di mobilità e produzione industriale eco-sostenibili, la promozione dell’economia circolare, lo sviluppo della filiera agricola convenzionale e biologica; l’inserimento dello sviluppo sostenibile in Costituzione e l’attuazione della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile; il sostegno in Europa della carbon neutrality entro il 2050.
Il Decreto clima del 2019 definisce misure per una strategia nazionale di contrasto ai cambiamenti climatici e per il miglioramento della qualità dell’aria con incentivi per rottamare veicoli inquinanti e acquistare abbonamenti al trasporto pubblico e ai servizi di mobilità condivisa; contributi economici per esercenti che vendono prodotti sfusi; finanziamenti ai Comuni per potenziare il trasporto pubblico e scolastico, creare foreste urbane, acquistare eco-compattatori per ridurre il volume dei rifiuti plastici.
Rispetto al 3° target le università offrono seminari e corsi tematici, anche grazie alla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), alla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Inoltre la Legge 92/2019 prevede, nelle lezioni di educazione civica nelle scuole, lo studio dell’Agenda 2030, l’educazione eco-ambientale e lo sviluppo eco-sostenibile.Inoltre associazioni ambientaliste e movimenti (vedi anche la voce “Movimenti per il clima”), come Fridays For Future ed Extinction Rebellion, coinvolgono migliaia di persone in campagne di sensibilizzazione.
Per il 4° target nel 2019 il contributo annuo italiano per il Fondo verde per il clima dell’ONU per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni CO2 e adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici è di $ 267 milioni.
dott.ssa Nadia Tecco, Area Sostenibilità, Direzione Edilizia e Sostenibilità – Università degli Studi di Torino; Coordinamento UniTo Green Office UniToGO
dott.ssa Micol Maggiolini, Area Sostenibilità, Direzione Edilizia e Sostenibilità – Università degli Studi di Torino; Coordinamento UniTo Green Office UniToGO
Bibliografia
– Latini Gianni, Bagliani Marco, & Orusa Tommaso. (2020). Lessico e nuvole: le parole del cambiamento climatico – II ed., Università di Torino. Zenodo. http://doi.org/10.5281/zenodo.4276945
– Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2017 “Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile”.
– Pradhan, P., Costa, L., Rybski, D., Lucht, W. and Kropp, J.P. 2017, “A Systematic Study of Sustainable Development Goal (SDG) Interactions”. Earth’s Future, 5: 1169-1179.
– UN General Assembly, “Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development”, 21 October 2015, A/RES/70/1
– Weber Heloise, 2017. Politics of ‘Leaving No One Behind’: Contesting the 2030 Sustainable Development Goals Agenda, Globalizations, 14:3, 399-414.
– Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (2019) “L’Italia e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Rapporto ASviS 2019, Editron, Roma
– Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (2019) “La Legge di Bilancio 2020 e lo sviluppo sostenibile”, Editron, Roma
– ISTAT (2020) “Rapporto SDGs 2020. Informazioni statistiche per l’Agenda 2030 in Italia”, Istat, Roma