Spesso si parla di pidocchi delle piante ma il nome corretto di queste fastidiose creature che creano problemi alla nostra vegetazione domestica, e non è afidi. Si tratta di insetti piuttosto piccoli che focalizzano la propria distruttiva attenzione soprattutto sulle piante ornamentali senza farsi troppi problemi che siano da interno o da esterno. Questo non vuol dire che i pidocchi delle piante non siano interessati quelle utilizzate nel campo dell’agricoltura.
Afidi delle piante: caratteristiche
Quando ho parlato di insetti piccoli, non scherzavo. Questi pidocchi possono essere lunghi da uno a quattro millimetri, quindi risulta quasi difficili vederli ad occhio nudo. Possono avere diversi colori, dal giallo chiaro al verde, dal grigio chiaro al nero, e sono ricoperti da un sottile tegumento.
Ci sono diverse tipologie di afidi delle piante, alcune sono prive di ali, dette attere, sono così perché le perdono e sono molto veloci nel processo di riproduzione arrivando a dare vita a delle colonie molto numerose. Le forme munite di ali, e che le conservano nel tempo, sono invece temute perché possono passare molto, troppo, agilmente, da una pianta all’altra e non solo a qualche metro ma anche a centinaia di chilometri di distanza.
Per nutrirsi della linfa delle piante a cui si attaccano, questi animaletti sono muniti di un apparato boccale perforante-succhiatore. Quando entrano in contatto con i tessuti vegetali per cibarsene, allo stesso tempo riescono anche a immettere al loro interno la loro saliva, anzi, addirittura due tipi di saliva.
La prima ha le caratteristiche di una sostanza coagulante e isola gli stiletti boccali dai vegetali. La saliva di secondo tipo è molto ricca di enzimi, quindi anche dell’ormone che stimola la crescita dei tessuti verdi. Questo incoraggia la formazione di iperplasie che nutrono le colonie e le proteggono.
Quando gli afidi delle piante si nutrono della linfa, assumono una notevole quantità di zuccheri, a volte più di quella necessaria. In questo caso, gli zuccheri in eccesso vengono espulsi sotto forma di melata, una sostanza zuccherina che forma delle vere e proprie goccioline sulle foglie e sui fusti delle piante sotto attacco. Sempre per lo stesso meccanismo, si possono sviluppare anche dei funghi saprofiti a micelio scuro, detti fumaggini, che danneggiano i frutti rendendoli spesso invendibili e che bloccano o disturbano l’attività fotosintetica della pianta.
Non è finita! Quando si forma la melata, sulle piante, essa attrae molti altri insetti che se ne cibano, tra cui ad esempio anche alcuni esseri utili ed innocui come api, sirfidi e crisopidi. Da segnalare, però, è la simbiosi mutualistica che si è formata tra afidi delle piante e formiche. Come funziona? I primi producono la melata con cui le formiche si sfamano e le formiche, a loro volta, per meritarsi questa prelibatezza, trasportano questi pidocchi in giro, da un germoglio ad un altro.
Le formiche aiutano spesso gli afidi a difendersi anche se a dir la verità sanno difendersi da soli attraverso il sifone, un organo che hanno nell’addome che è in grado di produrre ed emettere sostanze cerose che intrappolano il predatore visto che si solidificano appena entrano in contatto con l’aria. Quando un afide avvista un predatore, inoltre, lancia l’allarme per allertare tutta la colonia emettendo un feromone che li induce alla fuga.
Afidi delle piante: sintomi
Quando è in atto un attacco da parte di questi pidocchi, alle piante viene sottratta direttamente la linfa, ma non solo, Quando la saliva viene introdotta nei tessuti vegetali, avvengono delle alterazioni fisiologiche pesanti che producono gravi danni indiretti. Questo perché proprio nella saliva degli afidi possono esserci moltissimi virus che essi trasportano da una pianta all’altra, infettando tutte quelle che si erano conservate sane.
Afidi delle piante e lotta biologica
Per contrastare gli attacchi di questi pidocchi è possibile utilizzare dei mezzi biologici, ciò significa che si va a chiedere aiuto ad altre creature del regno animale che se ne cibano. In particolare mi riferisco ad esempio a predatori e parassitoidi come gli insetti entomofagi che spesso depongono le loro uova in prossimità delle colonie di afidi.
Nella categoria dei predatori troviamo i coleotteri coccinellidi, i ditteri sirfidi e i cecidomidi; i neurotteri crisopidi; gli antocoridi e vari uccelli come le cince, le capinere, le rondini e altri. Tra i parassitoidi, invece, abbiamo gli Imenotteri afididi e gli afelinidi .
Nella pratica, come si porta avanti la lotta biologica? Una volta riconosciuto un attacco di afidi possiamo usare prodotti aficidi biologici a base di piretro, derivanti dalla pianta Chrisanthemum cinerariaefolium, oppure a base di rotenone, derivanti dalla Derris elliptica e da altre leguminose tropicali.
Sia il piretro, sia soprattutto il rotenone, sono sostanze tossiche quindi dobbiamo fare molta attenzione quando maneggiamo questi prodotti che agiscono di solito per contatto. Per renderli più efficaci è meglio fare in modo che le piante trattate siano bagnate al meglio.
Se la situazione non è drammatica, si può agire anche spruzzando acqua addizionata con sapone di Marsiglia in scaglie sulla pianta che farà staccare e allontanare gli afidi da foglie e fusti.
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