Regole per l’acquisto e lo smaltimento degli pneumatici
Quando acquistate degli pneumatici assicuratevi che il venditore si impegni a versare il contributo ambientale per lo smaltimento, cosa verificabile dalla fattura o dallo scontrino. Il contributo è importante, anche se di fatto è un piccolo costo aggiuntivo, perché la raccolta e il riciclo degli pneumatici fuori uso (PFU) è da sempre un grattacapo per la collettività.
Il problema si pone soprattutto se comprate gli pneumatici su Internet e il venditore, magari a vostra insaputa, è un soggetto commerciale con sede all’estero, il che gli permette di bypassare l’obbligo del contributo ambientale.
Secondo le stime di EcoTyre, il consorzio italiano impegnato nella raccolta e nel riciclo dei PFU, oggi la modalità di acquisto via Web copra circa il 3% del mercato degli pneumatici, l’equivalente di 2 milioni di pezzi e, a fine vita, di 12mila tonnellate di PFU. Presi per buoni questi numeri, potenziale mancato versamento del contributo ambientale ammonterebbe a circa 5 milioni di euro.
L’evasione (legale) del contributo ambientale sullo smaltimento dei pneumatici fuori uso non offre di fatto alcun vantaggio al consumatore-cittadino e ha conseguenze negative, almeno tre, sul sistema. La prima è il mancato introito per l’Erario (parliamo di circa 1 milione di euro se valgono le cifre di prima), in ragione dell’IVA applicata al contributo.
La seconda è che l’ingiusto vantaggio sul prezzo di vendita degli pneumatici ottenuto dalla mancata applicazione del contributo ha effetti discorsivi sulla concorrenza e danneggia i produttori e gli importatori che applicano correttamente la legge e il contributo.
La terza conseguenza è che questi pneumatici, non contabilizzati come immessi sul mercato, una volta giunti a fine vita e diventati PFU ricadono sulla collettività, per la loro raccolta e trattamento, per un costo stimabile in circa 5 milioni di euro.
Facciamo allora i conti dell’acquisto degli pneumatici su Internet: 1 milione di minor gettito per l’Erario, 5 milioni di costi per la raccolta e il trattamento: totale 6 milioni. A cui vanno aggiunti proventi di vendita difficili da calcolare che finiscono nelle tasche di commercianti esteri (non per fare i protezionisti ma…). Domanda: ne vale la pena solo per pagare qualche euro in meno all’acquisto? Parlate col gommista di fiducia, troverete di sicuro un accordo.
Pubblicato da Michele Ciceri il 15 Giugno 2013