Acido tartarico: cosa è e cosa serve
Acido tartarico, presente nella frutta e nel vino, ha delle proprietà schiarenti ed esfolianti ma può anche crearci dei problemi. Oltre ad essere il principale componente dell’uva, lo è anche del tamarindo, si presenta come molecola antiossidante. E’ stato isolato per la prima volta nell’Ottocento dall’alchimista Gabir ibn Hayyan e si chiama “tartarico” perché viene isolato da un composto detto tartaro di potassio o, direttamente, tartaro.
Acido tartarico monoidrato
Dal punto di vista chimico l’acido tartarico è un acido cristallino dicarbossilico derivato dall’acido succinico, al sua formula molecolare è C4H6O6. E’ inalterabile all’aria e si presenta in natura come una polvere bianca, in acqua e anche in glicerina, alcool propilico ed alcol metilico. Se viene portato a temperatura particolarmente elevate, questo acido si decompone ed emana un odore che può essere scambiato con quello dell zucchero bruciato.
Acido tartarico: a cosa serve
Viene usato in cucina ma anche nel campo della cosmesi. In quest’ultimo caso troviamo l’acido tartarico tra i principali ingredienti di prodotti come peeling esfolianti e creme depigmentanti. Se invece guardiamo al suo impiego a tavola, allora scopriamo che vengono sfruttate le sue proprietà di correttore di acidità e di agente lievitante.
Anche la fitoterapia e la medicina utilizzano l’ acido tartarico, nel primo caso la sua molecola, assieme ad altri principi attivi od estratti naturali, viene usata come antiossidante, nel secondo caso invece essa viene aggiunta al bicarbonato di sodio per ottenere farmaci digestivi effervescenti
Acido tartarico: alimenti
Assieme ad altri acidi come il glicolico, il citrico e il malico, il nostro tartarico è molto presente nella frutta. Se però lo ingeriamo in dosi elevate risulta altamente tossico, per dosi elevate però si intendono quantità davvero molto difficili da assumere “per caso”. Ad esempio 7,5 g/kg di questa molecola sono in grado di provocare la morte per collasso cardiovascolare e/o insufficienza renale acuta, quindi è davvero improbabile avvelenarsi con il tartarico solo mangiando frutta.
In cucina, quindi, possiamo tranquillamente ingerirlo in prodotti che lo contengono come correttore di acidità (E334), nelle bibite analcoliche ed effervescenti e in alcuni prodotti di panetteria, nelle confetture o nei dolciumi, in prodotti caseari e nei lieviti in polvere.
Acido tartarico: vino
Non solo si trova nel vino ma è uno dei più importanti regolatori di acidità e a riprova di questo scopriamo che l’acidità totale di un vino si misura a partire dalla quantità di tartarico disciolto al suo interno. Oltre a regolarne l’acidità, gli conferisce un aroma particolare e anche una colorazione particolare.
Acido tartarico: dove si compra e prezzo
Per acquistare questo acido possiamo cercare on line. Un Kg di polvere su Amazon costa 12 euro.
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Pubblicato da Marta Abbà il 6 Agosto 2017