Proprietà e utilizzi dell’erba acetosella sono noti dall’antichità, ma tutti sanno che è sconsigliata a chi soffre di gotta, reumatismi, artriti, disturbi ai reni e alla vescica. Bene tenerlo presente visto che di acetosella si fa un buon utilizzo in cucina essendo un’erba dal sapore molto particolare e ricercatissima dai gastronomi.
In effetti l’acetosa, conosciuta anche sotto i nomi di acetosella, erba brusca, lapazio, romice e crespa, ha un sapore acidulo al palato che la contraddistingue da migliaia di altre erbe. Tale sapore dipende dal contenuto di acido ossalico, che se da una parte rende l’acetosella ottima per insaporire le pietanze, dall’altra ne sconsiglia l’uso nei casi che dicevamo prima.
Dal sapore acidulo ma anche leggermente aspro e dal contenuto ossalico deriva anche il nome scientifico del genere Oxalis a cui appartiene l’acetosella, dal greco oxsys che significa ‘pungente’ e da hals che significa sale.
Acetosella: proprietà
Esistono tre varietà di acetosella – grande, piccola e ottusifoglia – che hanno grosso modo le stesse proprietà e si somigliano moltissimo per via delle belle foglie verdi e astate. Già gli antichi la conoscevano bene e ne facevano uso abbondante in cucina. Non a caso sono numerose le ricette, non tutte recenti, che testimoniano gli utilizzi dell’acetosella nella preparazione dei cibi.
Nel ‘500 e nel ‘600, i medici attribuivano all’acetosella proprietà quasi miracolose nella cura delle infezioni, delle febbri, dello scorbuto e nei casi di avvelenamento alimentare. I testi di erboristeria confermano che si tratta certamente di un’erba diuretica, rinfrescante, febbrifuga, stimolante dell’appetito, lassativa, depurativa, tonica e vermifuga.
Le proprietà dell’acetosella possono essere un toccasana contro le disfunzioni dell’apparato digestivo, i disturbi dello stomaco e dell’intestino, le emorroidi, le ulcere della bocca e del retrobocca, l’inappetenza, gli stati di prostrazione e le febbri. Radici e i semi sono particolarmente indicati contro le diarree, i dolori addominali, le coliche e le dissenterie. In uso esterno, come decotto o trasformata in pomata, l’acetosella è ottima nella cura di alcune malattie della pelle quali l’acne e le dermatiti squamose.
Acetosella dei boschi
Per acetosella dei boschi si intende tipicamente l’erba conosciuta anche con i nomi di pane degli angeli, pancuculo e trifoglio acetoso. Essa abbonda nelle macchie non troppo fitte delle zone montane e submontane ricche di carpini e faggi, ma è facile trovarla anche nei campi e nei prati ricchi di humus leggermente acidi (leggi Come misurare il ph del terreno) dove è facile confonderla con il trifoglio comune. I fiori sono solitari di colore bianco con venature rosa oppure di colore rosa (acetosella rosea) con venature tendenti al porpora.
Acetosella: coltivazione
L’acetosella può essere anche coltivata per avere sempre a portata di mano foglie e gambi con cui arricchire insalate, insaporire minestre e arrosti, preparare decotti e anche una bevanda dissetante e rinfrescante dal gusto simile alla limonata. Il terreno va scelto ben drenato, eventualmente ammendato con torba o terriccio di foglie e l’esposizione deve essere soleggiata o parzialmente soleggiata, l’ideale è quella dove il sole arriva nelle ore più fresche della giornata. È un’erba adatta al giardino roccioso che non teme le basse temperature: in inverno la parte aerea si secca e rinverdisce in primavera. I periodi della semina sono marzo e settembre. La concimazione si fa a fine inverno, come per le perenni, con letame maturo o humus. Qui si possono acquistare dei semi
Acetosella: utilizzi in cucina
L’acetosella rientra tra le erbe eduli o mangerecce. Per le insalate sono preferibili le foglioline più giovani e tenere, che con il loro sapore acidulo e penetrante anche sostituire l’aceto. Per la preparazione di una simil-limonata si procede semplicemente a bollire le foglie in acqua per circa 5 minuti (le foglie vanno aggiunte all’acqua già bollente); una volta raffreddato l’infuso lo si può addolcire con zucchero o miele.
Acetosella: utilizzi terapeutici
Per utilizzare al meglio le proprietà terapeutiche si usa soprattutto il decotto di foglie. Per uso interno, il decotto di foglie si prepara con 1 manciata di foglie fresche per ogni litro d’acqua (da bollire 10-15 minuti). Per uso esterno si usano 2 manciate di foglie nella stessa quantità d’acqua. Meno frequente l’uso del decotto di radici e semi: 1 pezzetto di radice e 3 pizzichi di semi da bollire in 1 litro d’acqua. Una tazza al giorno per uso interno.