L’acero riccio, comunemente definito anche acero platanoide, appartiene alla famiglia delle Aceracee. Si tratta di un albero di notevoli dimensioni, contraddistinto da una crescita abbastanza rapida. Questa specie è originaria dell’Europa centro-orientale. Al giorno d’oggi la si può trovare diffusa negli Stati Uniti e nell’intero continente europeo. In Italia cresce allo stato spontaneo nelle regioni centro-settentrionali dalla pianura fino a 1.300 metri circa di altitudine. Nei prossimi paragrafi scopriremo le sue principali caratteristiche.
Caratteristiche dell’acero riccio
Alto al massimo fino a trenta metri, l’acero riccio è un albero che presenta una chioma tondeggiante che tende a espandersi notevolmente, raggiungendo in taluni casi un diametro superiore ai dieci metri. Questo tipo di albero è inoltre piuttosto longevo. Può infatti sopravvivere fino a 250 anni.
La corteccia dell’acero riccio è di colore grigio tendente al marrone. Nelle piante giovani è liscia mentre una volta raggiunta la piena maturità presenta delle piccole fessurazioni. Le foglie sono caduche, lisce e lunghe fino a circa quindici centimetri.
I fiori dell’acero rosso sono invece di piccole dimensioni, ermafroditi, di un colore giallo tendente al verde. La fioritura di questa specie arborea avviene generalmente all’inizio della stagione primaverile.
Come coltivare l’acero riccio
Vediamo insieme alcuni accorgimenti pratici per prendersi cura dell’acero riccio. La prima cosa da sapere per una corretta gestione della pianta è che questa specie di acero preferisce i climi freddi e temperati. Si tratta infatti di un albero che si dimostra capace di tollerare temperature che possono scendere anche di parecchi gradi al di sotto dello zero. L’acero riccio è inoltre in grado di resistere alla salinità e ai venti forti.
Esposizione ideale
L’esposizione ideale di questa tipologia di acero è negli ambienti totalmente soleggiati. La pianta riesce comunque a sopravvivere anche nelle aree parzialmente ombreggiate.
Terreno più adatto per la messa a dimora
Il terreno più idoneo per ospitare una pianta come l’acero riccio deve essere fertile, fresco, profondo, anche argilloso ma sempre ben drenato e ricco di sostanza organica. La pianta non riesce invece a svilupparsi nei terreni eccessivamente torbosi e compatti, essendo questi ultimi soggetti alla formazione di ristagni idrici.
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Come annaffiare l’acero riccio
Questa specie arborea è capace di sopportare la siccità, ma solo per brevi periodi. L’acero riccio va perciò annaffiato ogni qualvolta il terreno risulta secco. Il terreno ospitante va possibilmente tenuto umido ma ben drenato poiché, come evidenziato poc’anzi, l’acero non sopporta i ristagni d’acqua
Potatura dell’albero
L’acero riccio deve essere potato lontano dal periodo vegetativo. Il momento ideale sarebbe nella stagione invernale, nelle zone con clima mite e con temperature non troppo rigide, oppure a marzo, prima che si gonfino le gemme.
Concimazione dell’acero riccio
L’acero riccio è una specie arborea che non richiede particolari interventi di concimazione. Tuttavia, durante il periodo primaverile e autunnale è possibile somministrare un concime granulare a lenta cessione, molto leggero e ricco di amminoacidi. Prima dell’impianto il terreno ospitante può essere inoltre arricchito con dello stallatico maturo.
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Varietà
Le diverse varietà di acero riccio si distinguono tra loro in base:
- al colore delle foglie;
- al portamento;
- alla grandezza della pianta.
Le varietà Crimson King, Schwedleri e Deborah, sono caratterizzate da foglie di color rosso-violaceo e sono alte sui quindici metri.
Le varietà Emerald Queen e Drummondi, alte fino a 25 metri, hanno un fogliame verde variegato di giallo in autunno e una chioma ampia e densa.
Uso della pianta
Questo tipo di acero è molto diffuso nel verde pubblico. Risulta perfetto per i viali alberati e ideale anche per i parcheggi. L’acero riccio viene inoltre usato come pianta singola nei parchi e nei giardini e per il rimboschimento.
Parassiti e malattie dell’albero
L’acero riccio è una pianta che tende a essere attaccata con una certa facilità dai parassiti. Può essere anche colpita da funghi tra cui l’oidio. Detto anche mal bianco, nebbia o albugine, l’oidio è una malattia trofica delle piante che si caratterizza per un aspetto e per una consistenza simile a quella del borotalco. Questo tipo di fungo colpisce le foglie.
Altra malattia che può interessare l’acero riccio è la verticillosi, detta anche tracheoverticillosi, una malattia che colpisce colture orticole, arboree da frutto e ornamentali. È causata da un fungo denominato Verticillium, ascomiceta della famiglia Plectosphaerellaceae. La verticillosi si instaura nel sistema vascolare provocando il disseccamento dei rami.
Gli insetti più pericolosi per questa tipologia di acero sono invece dei lepidotteri che si nutrono delle foglie oltre che un coleottero xilofago che, scavando gallerie negli organi legnosi dell’albero, può provocarne interi disseccamenti.
Immagine in copertina: Di Martin Bobka (= Martin120) – Opera propria, CC BY-SA 2.5