Accordo sulla protezione degli Oceani raggiunto all’ONU

onda oceano

Ieri sera, 4 marzo 2023, l’ONU ha raggiunto un accordo storico sulla protezione degli oceani.

L’accordo è stato raggiunto durante la Conferenza delle Nazioni Unite sulle acque internazionali, tenutasi a Ginevra. L’obiettivo dell’accordo è quello di proteggere il 30% dei mari e degli oceani entro il 2030, in modo da preservare la biodiversità marina e mitigare i cambiamenti climatici.

L’accordo rappresenta un passo avanti significativo per la conservazione degli oceani, che sono sotto pressione a causa dell’inquinamento, del surriscaldamento globale, della pesca eccessiva e di altre attività umane. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), oltre il 30% delle risorse ittiche mondiali sono già sfruttate al limite o in modo eccessivo.

Per raggiungere l’obiettivo del 30% entro il 2030, gli Stati membri dell’ONU si sono impegnati a creare reti di aree marine protette, dove la pesca eccessiva e altre attività umane sono limitate o proibite. L’accordo prevede anche il divieto di plastica monouso nelle acque internazionali entro il 2025.

Secondo gli esperti, la creazione di reti di aree marine protette è fondamentale per preservare la biodiversità degli oceani e proteggere le specie marine a rischio di estinzione, come le tartarughe marine, le balene e gli squali. Le aree marine protette possono anche aiutare a ripristinare le popolazioni ittiche e a preservare la produttività degli ecosistemi marini.

L’accordo è stato accolto con favore da molte organizzazioni ambientaliste, che lo hanno definito un passo avanti importante per la conservazione degli oceani. Tuttavia, alcuni esperti hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’obiettivo del 30% potrebbe non essere sufficiente a garantire la sopravvivenza degli ecosistemi marini e delle specie marine a rischio.

In sintesi, l’accordo raggiunto dall’ONU sulla protezione degli oceani rappresenta un importante passo avanti per la conservazione degli ecosistemi marini e la salvaguardia delle specie marine a rischio di estinzione. Tuttavia, per garantire la sopravvivenza degli oceani a lungo termine, potrebbe essere necessario fare di più e agire con urgenza per limitare l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini.

Cosa sono le risorse di Alto Mare

Le “risorse di Alto Mare” sono le risorse biologiche e minerali presenti nelle acque internazionali al di fuori delle zone economiche esclusive (ZEE) degli Stati costieri. Queste risorse includono la pesca, i minerali, i combustibili fossili, i minerali idrotermali e altri organismi e materiali che possono essere utilizzati a scopo commerciale.

Le acque internazionali rappresentano circa il 64% della superficie dell’oceano mondiale e comprendono le aree che non sono sotto la giurisdizione di alcun paese specifico. La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) riconosce il diritto degli Stati costieri di esercitare la loro sovranità sulle risorse delle acque territoriali (fino a 12 miglia nautiche dalla costa) e delle ZEE (fino a 200 miglia nautiche dalla costa). Tuttavia, le risorse di Alto Mare sono al di fuori di queste zone e sono quindi considerate risorse comuni dell’umanità.

La gestione delle risorse di Alto Mare è regolamentata dall’UNCLOS e da altre convenzioni internazionali, come la Convenzione sulla conservazione della vita marina dell’Antartide e la Convenzione sulla protezione dell’ambiente marino del Mar Mediterraneo. Tuttavia, il controllo effettivo delle attività di pesca e di estrazione di risorse nelle acque internazionali rimane un problema, poiché le acque sono difficili da monitorare e le attività illegali possono essere difficili da individuare e reprimere.

Ci sono anche preoccupazioni riguardo all’impatto ambientale dell’estrazione di risorse di Alto Mare, in particolare per quanto riguarda la pesca eccessiva e la perdita di biodiversità marina. Alcune organizzazioni ambientaliste hanno chiesto una maggiore protezione delle risorse di Alto Mare e una maggiore cooperazione internazionale per la loro gestione sostenibile.

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