L’Abete bianco è un albero che possiamo osservare sulle nostre montagne senza nemmeno doverlo andare troppo a cercare ma lo diamo un po’ per scontato. Finiamo per interessarci di specie dai nomi più esotici sorvolando sulla bellezza di quelle come l’abete delle nostre parti. Andiamo a scoprire le caratteristiche di quello che è considerato “il principe dei boschi” e anche i suoi poteri curativi, da non sottovalutare. Il bosco è ricco di rimedi naturali che possono aiutarci a vivere meglio, senza imbottirci di farmaci.
Abete Bianco: caratteristiche
Detta anche abete comune, o avezzo, questa pianta vive tipicamente nell’emisfero boreale dove può formare foreste assieme ad altri alberi, spesso che ricoprono montagne. Cresce infatti ad altitudini comprese fra 500 e 1.900-2.000 metri e può campare anche seicento anni d’età. Ha un portamento maestoso e delle dimensioni considerevoli, visto che può arrivare anche a 50 metri di altezza, in alcuni casi estremi, ed in media a 30. Con questi numeri è facile credere che sia il più alto abete bianco del nostro continente. Ha un fusto eretto che ha molti rami anche in basso se il bosco non diventa troppo fitto.
La chioma si sviluppa lo stesso verso l’alto e assume una forma via via a piramide, in età giovanile, che poi diventa a nido di cicogna, con i rami laterali che raggiungono la punta. I rami di solito sono molto regolari. Il colore della chioma è molto affascinante, è un verde che tende al blu scuro, in forte contrasto con la corteccia che assume invece un colore chiaro, argentato quasi. È liscia al tatto con delle sacche di resina, e con il tempo diventa sempre più spessa e si copre di squame.
Tra le varie cortecce di abeti sempreverdi, quella dell’abete bianco è una delle più povere di tannino e il legno è uno dei meno resinosi. Quelle che chiamiamo foglie, in questa pianta, sono dei pettini formati da vari aghi piatti e rigidi, lunghi massimo 3 cm e larghi 2 mm, regolarmente prominenti, che durano sui rami fino anche a 10 anni. Dai rametti con un po’ di peluria chiara spuntano quindi queste foglie che hanno la pagina superiore lucida e color verde scuro e quella inferiore con delle sfumature biancastre-azzurrognole che rendono la chioma del colore descritto.
L’Abete qualcuno sa che fa anche i fiori, per lo meno alle nostre latitudini questa magia si verifica, nei mesi di maggio e giugno. Sono fiori per modo di dire ma concediamoci di chiamarli così, spuntano nella parte superiore dei rametti del primo anno e nella parte alta della chioma. Immaginiamoli come piccole infiorescenze eretti e coperte da squame, di colore verde oppure rosso-violaceo. Alcuni contengono del polline giallo. Dai fiori femmina nascono le “pigne” di forma cilindrica con all’interno dei semi, solitamente due per ogni squama della pigna.
Abbiamo finora trascurato le radici, o meglio, la radice. Si tratta di una radice grande e unica che penetra fino a 1,60 metri di profondità e solo dopo presenta delle radici laterali. È un’ancora molto resistente, adatta a una pianta molto alta.
Abete Bianco: coltivazione
Gli abeti bianchi giovani possono crescere bene anche in una situazione di mezza ombra ma quando diventano adulti, dopo i 30 anni, hanno bisogno di stare alla luce. Queste piante amano i climi freschi e umidi e i terreni profondi.
Sulla Alpi crescono ma non vengono coltivate, spuntano a chiazze e a volte assieme ad altri alberi, in particolare ai faggi e agli abeti rossi. Sull’Appennino, soprattutto toscano, possono esserci delle coltivazioni ma non sono molto frequenti e prevalgono boschi misti in cui l’abete bianco resta armoniosamente inserito.
Varietà dell’Abete Bianco
Le varietà di Abete Bianco non sono molte, c’è quella nana, ad esempio, quella con la chioma piangente, e poi quella Flabellata, ovvero con la chioma a ventaglio. Da considerare anche quella che cresce in Calabria: non sarebbe da considerare come varietà ma di fatto ha delle caratteristiche che la contraddistinguono perché cresce più rapidamente di altre, resiste meglio all’aridità e ha un’efficienza foto sintetica maggiore.
Abete Bianco: fotografie
Le proprietà curative dell’Abete Bianco
La parte di albero che diventa preziosa ai fini curativi sono le gemme, balsamiche, sfiammanti, diuretiche e anche antireumatiche. Le si raccoglie in primavera per estrarre un olio e un glucoside. Si può fare un decotto per curare disturbi all’apparato respiratorio, ha proprietà antisettiche ed espettoranti. Si può usare l’olio per massaggi, anche, o per fare prodotti da bagno profumati. Anche le foglie dell’Abete bianco sono interessanti per la nostra salute. Quei piccoli aghi sono ricchissimi di provitamina A, utile per la cura degli occhi. Da essi, ma anche dal legno, si può ottenere l’essenza di trementina, antisettica e antireumatica, ottima per strappi e contusioni sia delle persone che degli animali.
Il legno suscita interesse non solo in campo medico ma anche in altri settori. Anche se non è della stessa qualità di quello di abete rosso, viene lo stesso impiegato dalle industrie cartiere per ottenere cellulosa e dalle falegnamerie per produrre pezzi di arredamento o strutture da esterno. È apprezzato perché non contiene resina e ha una buona resistenza statica. In passato era usato gli alberi maestri delle navi.
Olio essenziale di Abete Bianco
Ricavato dai semi di Abete bianco questo olio ha diverse proprietà utili per la nostra salute. Se lo inaliamo ha un effetto riequilibrante, aiuta a curare la depressione e tonifica, dà energia e positività. Se lo vaporizziamo oppure lo spalmiamo sul petto ha un effetto balsamico notevole, libera le vie respiratorie e cura tosse e catarro, e i sintomi delle malattie da raffreddamento. Se lo massaggiamo sul corpo è analgesico e antinfiammatorio, favorisce la vasodilatazione e la circolazione sanguigna locale ed è quindi consigliato a chi soffre di artrosi, artrite, sciatica, cervicale e reumatismi.
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