Abbigliamento ecologico per chi ama l’ambiente ma anche lo stile. Non è affatto necessario infatti scegliere vestirsi bene o vestirsi in modo “etico”, l’abbigliamento-ecologico è oggi a dei livelli di qualità anche dal punto di vista estetico che non rendono necessario rinunciare alla nostra “vanità”. O alla semplice e sana voglia avere addosso qualcosa di bello. E’ più bello, certo, se chi lo ha prodotto non ha danneggiato l’ambiente e le persone.
Abbigliamento ecologico: di cosa si tratta
A volte quando si “appiccica” a dei nomi l’aggettivo “ecologico” la definizione risulta sospettosa e fumosa. E’ meglio quindi chiarire cosa realmente e concretamente significa abbigliamento ecologico. Fanno parte di questa categoria tutti quei capi di vestiario che sono stati realizzati con fibre vegetali o con il vello di animali senza l’impiego di pesticidi e sostanze chimiche dannose per l’ambiente o per la salute di chi lavora il capo e di chi lo indossa.
Ci sono delle normative in merito per capire cosa può essere detto ecologico e cosa no, non è una valutazione “a discrezione”. C’è il Reg. UE 2092/91 e le sue integrazioni come riferimento sulla fase agricola mentre su quella che segue ci si rifà agli Standard per il Tessile Biologico.
Abbigliamento ecologico: la differenza tra capi sintetici e capi naturali
Nato per trasformare in oggetti concreti, vestiti, ad esempio, l’ideale di sviluppo sostenibile di una società in modo da generare benessere nel presente e anche nel futuro, l’abbigliamento ecologico produce capi naturali che si differenziano da quelli sintetici in modo netto. Non è una linea teorica che li divide. Per poter definire un capo naturale ed ecologico si controlla la coltivazione e la raccolta della materia prima, la pulitura, la filatura, la tessitura, la tintura e il finissaggio. Tutte queste fasi devono avere un impatto ambientale minimo, non devono includere pratiche di maltrattamento di animali o persone. Questo non toglie che i capi naturali siano di qualità, duraturi e mai nocivi per la pelle di chi li indossa e di chi li produce.
Abbigliamento ecologico sportivo: l’eccellenza italiana Rewoolution
L’Italia, paese di stile, famoso anche nel campo della moda, sfoggia delle eccellenze anche nel campo dell’abbigliamento ecologico. Rewoolution è una realtà che dal 1865 a oggi ha sempre scelto la qualità, non si è mai voluta spostare da Croce Mosso dove nel suo stabilimento negli anni ha saputo unire tradizione artigianale e innovazione ecosostenibile. Questa azienda due volte all’anno propone collezioni con circa 2.500 varianti di tessuto ma sempre nel rispetto dell’ambiente e con uno stile ricercato e moderno.
Il lato “green” viene curato dall’inizio alla fine della produzione. Dalla selezione delle lane, per passare alla pettinatura del vello poi raccolto in soffici nastri che vengono trasferiti nel reparto tintoria per assumere il colore desiderato. Il passo successivo è quello della filatura, poi il filo viene accoppiato con un altro nel reparto di ritorcitura e teso sul telaio al tessuto vero per finissaggio, uno step che serve per migliorarne l’aspetto e la morbidezza. Il risultato è un capo di abbigliamento ecologico fatto di materiale leggero, piacevole al tatto ma anche elastico e resistente. Perfetto per l’alta moda del classico maschile.
Abbigliamento in fibre naturali: una scelta ecosostenibile
Solo il fatto che Il lanificio Reda sia l’unico al mondo ad essere certificato EMAS rende l’idea dei livelli di ecosostenibilità che ha raggiunto la sua produzione. Se EMAS non vi dice nulla, meglio precisare che si tratta di un sistema di ecogestione che assicura il rispetto dei limiti imposti dalla legge e anche un continuo impegno per migliorare le prestazioni ambientali. Nel suo essere green, questa azienda rispetta l’ambiente in senso ampio, quindi flora, fauna, persone che vi lavorano e persone che indossano i suoi capi. Nel suo sito si può trovare anche una esplicita Dichiarazione Ambientale di tutela dell’ambiente che racconta come Reda assicuri il rispetto delle normative ambientali, tuteli l’ambiente tramite la valutazione di tutti gli impatti ambientali e l’individuazione degli obiettivi di miglioramento, riduca per quanto possibile l’impiego delle risorse naturali.
L’impegno prosegue prevenendo o riducendo la produzione di inquinanti e aumentando la consapevolezza dei dipendenti sulle problematiche ambientali. E la trasparenza: massima anche sui documenti che riguardano la propria politica ambientale.