Discorrendo con amici oppure sfogliando una rivista o ascoltando la radio può capitare di sentir nominare questo test e ci si trova a chiedere a cosa serve il test ayurvedico e, prima ancora, se serve a qualcosa.
Andiamo a scoprirlo prima di avere un atteggiamento diffidente. È vero che oggi girano tanti test e spesso vengono utilizzati come un primo approccio, con strategia marketing, per venderci qualcosa, ma non è sempre così. Stavolta no, ad esempio, anzi siamo di fronte all’opportunità di conoscerci meglio e magari di trattarci meglio. Prendiamolo come gioco, come modo per toglierci una curiosità e procediamo.
Approccio ayurvedico: cosa è
Per sintetizzare il principio che sta alla base di questa medicina di origine indiana, possiamo dire che si tratta di una tradizione che focalizza l’attenzione sulla natura del paziente, sulle sue caratteristiche, sui suoi punti di forza e sui suoi punti deboli. Non cerca la malattia, la singola patologia, e non si cura più di tanto di far scomparire singoli sintomi ma abbraccia ogni individuo nella sua interezza cercando di comprendere le sue peculiarità e i suoi equilibri.
Quando ci si avvicina a questa pratica medica, la nostra persona viene analizzata da tutti i punti di vista al di là del preciso disturbo patologico che magari in un preciso momento ci sta facendo impazzire. L’anamnesi si focalizza sull’individuo nel complesso, tenendo conto di tutti i fattori costituzionali, fisici e psichici. Importante la storia clinica ma non più dell’ambiente in cui viviamo e del nostro atteggiamento nei confronti della vita.
A cosa serve il test ayurvedico
Questo test ci da modo di dividere l’umanità, individuo per individuo, in tre diverse categorie, ciascuna con delle precise caratteristiche. Si chiamano dosha e corrispondono a degli elementi naturali: vata (aria), pitta (fuoco) e kapha (terra-acqua). Conoscendo il paziente si può comprendere di quale categoria fa parte e di conseguenza come trattarlo per fargli raggiungere il pieno benessere.
Dosha assieme alla parola “prakriti”, esprime un concetto fondamentale per questa tradizione. Vata, Pitta e Kapha, le tre dosha, sono da immaginare come delle forze fondamentali costituenti e governanti tutto l’universo. Governano anche lo stato di salute delle persone per cui è importantissimo azzeccare bene a quale delle tre appartiene il paziente in modo da poterlo poi trattare nella maniera corretta. Quando si individua la dosha di una persona, si riesce a stabilire anche la sua prakriti, cioè la sua “natura”. Con questo termine si indica la costituzione psicofisica di una persona, è data dagli equilibri tra le dosha e da quella delle tre che predomina e determina quindi da un lato l’aspetto fisico e dall’altro anche quello caratteriale. Negli anni la natura, la nostra prakriti, non può modificarsi, è e resta sempre lo stesso dalla nascita, ma ciascuno di noi può essere rappresentato da più dosha, a volte, e in quel caso si parla di costituzione bidoshica.
Cosa chiede il Test Ayurvedico
Per fare il test si vanno a guardare diverse caratteristiche sia fisiche che psicologiche, cercando di sondare chi si ha di fronte. Occhi e capelli ma anche funzioni fisiologiche come il sonno, ad esempio, sono aspetti su cui veniamo interrogati, e poi anche le emozioni prevalenti e la nostra disposizione personale, il nostro temperamento.
Capito il nostro dosha possiamo conoscere la strada da percorrere per raggiungere Sama, una condizione di equilibrio perfetto dei dosha. È un traguardo difficile ma possiamo almeno incamminarci vedendo migliorare di giorno in giorno la nostra condizione e magari guarendo dalla malattia da cui tutto è partito. Ottenere un quadro completo del paziente da questo punto di vista è una procedura seria e complessa, oltre che decisiva, e non deve essere scambiata per un test come quelli che si trovano sulla timeline dei social network, sponsorizzati e seriali. Ci si basa però in entrambi i casi sull’autoanalisi per cui è molto importante non mentirsi e rispondere tenendo conto anche dei nostri difetti e della caratteristiche che di noi ci piacciono meno.
Test ayurvedico e i tre dosha
Facciamo una veloce panoramica dei tre dosha, forse con qualche stereotipo di troppo ma solo per farsi un’idea.
Vata è legato all’aria, è un vento gelido, leggero e irregolare, sottile. Quando è in equilibrio vanta facilità di movimento, respiro regolare, appetito consistente, entusiasmo positivo, sano desiderio, buona energia, mente calma, ispirazione e creatività. Così dinamico può però soffrire di artrite alle giunture, acne della pelle e depositi di grasso nelle arterie. Ha uno spirito creativo ed è sempre ricco di idee, spesso è il dosha dei geni, degli artisti o degli inventori, oltre che di chi ama i cambiamenti.
Pitta è un mix tra fuoco e acqua, è una persona con passione ed entusiasmo, è un manager che sa pianificare, che attira l’attenzione per la sua vulcanica indole che lo porta a guardare avanti, cercare soluzioni e pensare il meglio.
Kapha è acqua e terra e incarna il principio dell’amore e della stabilità. Possiamo raffigurarla come un fiume che scorre sinuoso, corrisponde ad una persona profonda e pacata, magari anche silenziosa, che tende ad accumulare ed infatti uno dei problemi legati a questo dosha è la costipazione da muco.
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