Il problema della disoccupazione affligge gran parte della popolazione italiana e il problema dei rifiuti è una costante soprattutto nell’Italia meridionale. Se il nostro Paese iniziasse ad attuare le normative previste dall’Unione Europea, inerenti alla gestione dei rifiuti, in Italia in breve tempo si creerebbe un tasso occupazionale equivalente a 400 mila posti di lavoro.
Non solo si porterebbe una boccata d’aria nel mercato del lavoro ma si potrebbero risparmiare ben 72.000 milioni di euro all’anno. Il settore della gestione dei rifiuti, con tale risparmio, potrebbe incrementare il fatturato annuo di 42 miliardi di euro esclusivamente sfruttando il riciclaggio.
Lo studio è stato condotto dalla Commissione europea, un ulteriore dimostrazione che lo smaltimento illegale dei rifiuti non fa solo male all’ambiente ma anche alle tasche del paese. L’Unione Europea invita l’Italia a condurre ispezioni più rigorose riguardo la gestione dei propri rifiuti che attualmente causano disagi ambientali ed economici: l’Italia paga la Germani affinché i rifiuti prodotti dal nostro paese vengano importati nella Land tedesca. La Germaia usa i rifiuti italiani per la produzione energetica. Inoltre, il campo dei rifiuti, negli anni ha visto una sempre più incalzante infiltrazione mafiosa, così è la malavita a gestire i rifiuti degli italiani rubando soldi, posti di lavoro e danneggiando l’ambiente.
Purtroppo molti Stati Membri dell’UE, tra cui l’Italia, non dispongono di infrastrutture adeguate per la raccolta differenziata, per il riciclaggio e il recupero fri rifiuti. Un altro forte ostacolo è dettato dall’assenza di un sistema di controllo efficace. Dei progressi dovrebbero essere registrati grazie alle nuove iniziative del ministro per l’ambiente Clini che prevede leggi che possono essere tradotte in un concetto molto semplice: chi inquina paga.
Il fatto più sconfortante, è che solo di recente la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha condannato l’Italia per aver violato uno dei diritti basilari dell’uomo. L’Italia è stata accusata di “incapacità prolungata” perché non è stata in grado di risolvere una questione che va avanti dal 1994: la gestione dei rifiuti in Campania.
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